il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2015
La giornata mondiale del (finto) orgasmo. Una francese su tre lo simula, un’italiana su due non lo raggiunge. Ma c’è sempre il fai da te... Ecco la classifica del piacere
La buona notizia è che esiste e si festeggia due volte (una ieri, una a luglio), la Giornata mondiale dell’orgasmo, celebrazione di tutto rispetto (visto che esiste una giornata mondiale per ogni cosa, da quella delle Tapas a quella dello Snow Board). La cattiva notizia (ma forse no) è che, secondo una ricerca pubblicato sull’Independent e condotta su oltre mille donne, quasi una donna francese su tre – il 31 per cento – finge l’orgasmo durante la penetrazione, seguita dal 25 per cento delle inglesi. Anche l’Italia, però, non è messa molto bene e si colloca terza: non tanto per l’orgasmo simulato quanto per la difficoltà a raggiungerlo – quasi una donna su due – dietro Francia e Canada (seguono gli Stati Uniti, la Germania, la Gran Bretagna, la Spagna e ultima l’Olanda). Pure se la ricerca non lo specifica, è probabile che anche le donne italiane simulino, e di parecchio, l’orgasmo, visto che in teoria esiste una correlazione diretta tra difficoltà a raggiungerlo e simulazione.
E questo la dice lunga sulla (in)capacità maschile di far godere le donne, dato confermato dall’altro aspetto della ricerca, che mette in luce come le donne raggiungano l’orgasmo: sorprendentemente (o forse no), la masturbazione fai da te è al primo posto (80 per cento), seguita dalla penetrazione con stimolazione clitoridea, dal cunnilingus (73%), dalla masturbazione attraverso il partner, (71%), dalla penetrazione vaginale nuda e cruda (68%) e infine, staccato di molti punti, dalla penetrazione anale (36%). Insomma, il quadro è questo: molta simulazione e molta masturbazione.
Ma non è detto che sia un male. Prendi la simulazione: sarà pure fiction, ma è uno strumento formidabile che ci distingue dagli animali e ci consente, ad esempio, di condurre il rapporto sessuale verso una rapida fine, visto che magari ci siamo stufate e ci è venuta anche fame.
Oppure, o al tempo stesso, ci permette di gratificare il partner facendogli credere di essere venute grazie a lui, con suo conseguente buonumore e maggiore disponibilità a fare ciò che gli chiederemo (per esempio di riaccompagnarci a casa, abitudine ormai semi-scomparsa). La simulazione, poi – che pare a volte tenti anche gli uomini, complice il condom sfilato facendo un po’ i vaghi e andando a cestinarlo subito – è flessibile e tollerante, nel senso che puoi, a seconda della situazione, tranquillamente alternarla con gemiti da orgasmo reale, oppure con nessun gemito: un messaggio tanto diretto quanto sincero sul fatto che il piacere non è sufficiente per l’orgasmo e forse bisognerebbe impegnarsi un po’ di più. Come?
Lo sanno anche i muri, ormai, che la sessualità femminile è diffusa e il punto g non esiste: dunque tanta manipolazione clitoridea e giusta penetrazione (vaginale!) per raggiungere il climax. Che nella realtà però fatica però ad arrivare (per lei). Il maschio italiano è troppo pigro? Ignorante del corpo femminile? Timido? Insicuro? Ansioso? Teso un po’ nervosamente a dimostrare che lei lo fa godere al massimo? O tutte queste cose insieme? Mentre noi cerchiamo di capirlo, e loro provano a cambiare, vale la pena (a volte) di usare finti gridolini. Per poi correre in bagno a risolvere da sole: che in questo caso, di sicuro, l’effetto è garantito.