Il Messaggero, 22 dicembre 2015
Risponde il soprintendente che ha stanziato zero euro per il Colosseo nel 2016: «La colpa è degli archeologi»
Se il Colosseo rimane senza fondi per gli interventi di conservazione, la colpa sarebbe dei suoi direttori e funzionari responsabili? Nonostante abbiano venti, trenta anni di esperienza? Eppure: «Lo zero che ho messo nella programmazione di alcune richieste per la manutenzione è uno zero spaccato, un voto a chi era solito richiedere soldi senza presentare progetti adeguati». È questo lo sfogo del soprintendente archeologico di Roma Francesco Prosperetti, in carica da febbraio scorso. Il giorno dopo le rivelazioni sul “bizzarro” bilancio per il 2016 firmato dalla Soprintendenza archeologica (si badi bene, speciale e autonoma), approvato dal Cda e sul tavolo del Mef, il caso prende una piega inaspettata. Se il Colosseo “incassa” appena 340mila euro, a fronte dei 7.480.000 euro richiesti, sarebbe dovuto anche alla mancanza di progetti da parte di archeologi e architetti. Capri espiatori?
LE BACCHETTATE
Dopo il clamore mediatico suscitato dalla notizia, senza precedenti, che per il Colosseo non ci sarebbe il becco di un quattrino per i prossimi tre anni sul capitolo “interventi conservativi e di recupero” (vale a dire, tutte le attività di cura, pulizia, pronto intervento, monitoraggio, sicurezza e conservazione quotidiana per cui era stato richiesto 1,5 milioni di euro), Prosperetti ha convocato in fretta e furia una conferenza stampa per fare chiarezza. E di qui, le esternazioni fuori dai denti: «Ho ricevuto solo progetti generici, con richieste di soldi, senza un’informazione tecnica che consentisse di fare una programmazione. Questo è stato l’andazzo, e non solo al Colosseo. Questa soprintendenza è stata gestita fino ad oggi con rapporti fiduciari tra soprintendente, funzionari e imprese. Non nego che qua siano tutte persone perbene, ma io arrivo dalla luna, dalla Calabria, e le cose le devo capire prima di dare soldi». E i conti tocca farli. «Dopo lo zero spaccato – avverte Prosperetti – ho rimandato i funzionari tutti a marzo, perché se a marzo avrò i progetti, ho già le risorse per finanziarli». Insomma, il soprintendente spara davvero a zero verso i suoi funzionari? Se lo meritano questi archeologi e architetti di lungo corso che fanno la spola tutti i giorni tra uffici e monumenti, con sole, pioggia, gelo, ambulanti e minacce dell’Isis (con 1700 euro di stipendio mensili)? Dall’Appia Antica alla città di Gabi. Ma veniamo alla casella vuota del bilancio del Colosseo alla voce “interventi conservativi”. Un coup de théâtre: «I soldi per la manutenzione ce li abbiamo» assicura Prosperetti. Perché, spiega il soprintendente, ci sono circa 121mila euro di fondi residui del 2015 (dei 600mila stanziati) con cui, «sarà garantita la manutenzione ordinaria fino a maggio-giugno». A quel punto, «il rinnovo degli appalti sarà affidato alla Consip, all’esito di una gara nazionale in corso di espletamento». C’è da dire però che la Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) si occupa sì di appaltare servizi di manutenzione, ma solo relativi a questioni come luce, pulizia, idraulica, non certo a restauro e conservazione.
IL TESORETTO
E ricordiamo che la Consip espleta le gare d’appalto sempre con i fondi della Soprintendenza. Insomma, alla fine come e chi farà interventi conservativi? Ma al Colosseo i fondi non mancano, precisa Prosperetti. «C’è 1,1 milione di fondi Unicredit nelle casse di questa Soprintendenza dal 2003 e mai spesi, da mettere in bilancio a marzo per gli interventi di restauro più urgenti». Poi, nell’elenco del tesoretto ricorda i contributi di Della Valle, i finanziamenti compensativi della Metro C, il fondo del ministro Franceschini per la costruzione dell’arena. Risorse, va da sè, sempre vincolate a progetti specifici, che si possono spendere solo con l’avanzamento dei lavori. Fin qui, il Colosseo. Quanto al colle Palatino (l’acchiappatutto con 10,7 milioni stanziati per il 2016), rimane ancora avvolto dal mistero l’intervento di valorizzazione da ben 15milioni (in tre anni) assegnati allo stesso Prosperetti. «Ora ci concentriamo sul Colosseo. Ma ne parleremo presto», dice.