Corriere della Sera, 22 dicembre 2015
Buoni propositi per il 2016: mettere al bando la locuzione «allo sbando»
Siamo allo sbando. Tutti o quasi. Il Porto di Napoli è allo sbando, ha comunicato il presidente delle piccole e medie industrie. Il governo stesso è allo sbando, urlano gli intellettuali a Franceschini. Il Pd è allo sbando, insinuano a Milano. Del resto, lo disse anche Bersani nell’agosto scorso: «Il Pd è allo sbando, vuole aprire alla destra». E Ncd non se la passa meglio: «Un partito allo sbando», hanno sentenziato i cosiddetti malpancisti, imitando l’espressione già usata dai transfughi di Scelta civica. Il sistema sanitario? «Allo sbando» secondo Sergio Cercelletta, segretario degli anestesisti italiani. Provate a cliccare su Google l’espressione «allo sbando» e vi ritroverete sommersi (e sbandati): persino le tifoserie del Genoa e della Roma hanno denunciato ai rispettivi dirigenti le squadre «allo sbando».
Ci voleva un illustre storico della lingua, il compianto Gianfranco Folena, per cogliere l’origine e il significato di una locuzione ormai abusata. Lingua nostra è il titolo di un libro (Carocci) che raccoglie gli interventi di Folena apparsi sulla rivista omonima per quarant’anni. Durante la difficile crisi di governo dell’inizio del 1976, – avvertì il filologo – dopo il fallimento di un «bicolore» e di un «tripartito», Donat Cattin bocciò la formazione di un governo monocolore democristiano, dichiarandolo a priori «allo sbando». Folena ricordava che negli stessi giorni Zaccagnini, presidente Dc, pensava di trasformare Il Popolo in un altro quotidiano, essendo ormai «un quotidiano allo sbando». Ma un altro celebre linguista, Gian Luigi Beccaria, ha fatto risalire l’espressione alla crisi di governo del febbraio 1972, quando Andreotti temeva «la possibilità di un governo allo sbando».
Folena parlava tecnicamente di un «deverbale nuovo da sbandare» e di una «irradiazione» della locuzione allo sbaraglio, diffusa nell’800 nel linguaggio politico. Se è probabile l’interferenza dello sbandare automobilistico, non dovrebbe avere nulla a che fare con il contrario del militaresco bando («arruolamento»), cioè sbando nel senso di «congedamento». Il che confermerebbe la convinzione generale che chi ti mette allo sbaraglio non verrà per questo congedato. Dunque, tra gli auspici per il 2016 si potrebbe almeno aggiungere la speranza che venga messa al bando la pervasiva, e ormai insignificante, locuzione «allo sbando».