Corriere della Sera, 22 dicembre 2015
Otto anni di squalifica per Blatter e Platini. Il calcio rimane senza padroni
Nel giorno della disfatta è uscito di scena rispolverando la minaccia hollywoodiana di Terminator: «I’ll be back». Il «Tornerò» del 79enne presidente Joseph Blatter è la risposta alla squalifica di 8 anni inflitta a lui (più 48 mila euro di multa) e al 60enne vice Michel Platini (76 mila euro al francese) dalla Camera arbitrale del Comitato etico della Fifa. Guidati dal tedesco Hans-Joachim Eckert, i quattro giudici della corte hanno punito il pagamento di 1,8 milioni elargito nel 2011 da Blatter (poco prima della rielezione) a Platini, per un consulenza svolta tra il 1998 e il 2002 dall’ex campione juventino per la Fifa. Quel versamento, autorizzato da Blatter, è stato ritenuto «illegale e privo di fondamento giuridico», poiché nessun contratto era stato scritto, ma l’accordo verteva su un’intesa verbale. È caduta l’accusa di corruzione, però il Comitato etico ha concluso che «Blatter ha abusato del suo ruolo, non mostrando un atteggiamento etico». Della stessa colpa si è macchiato Platini che «non ha agito con integrità». Entrambi sono colpevoli anche di «conflitto di interesse» e «gestione sleale».
Nel tentativo di riguadagnare una credibilità sbriciolata da tangenti e 39 arresti che negli ultimi sette mesi hanno picconato la Fifa, i giudici hanno decapitato i vertici della federcalcio mondiale facendo fuori presidente e vice. Non hanno accolto però la richiesta di radiazione avanzata dal procuratore di Trinidad e Tobago Vanessa Allard, convinta ad appellare la decisione per ottenere la massima pena.
Blatter, entrato in Fifa nel 1975 e diventato presidente nel 1998, ha annunciato ricorso in un incontro a Zurigo con i giornalisti diventato uno show, in cui ha ricordato la sua amicizia con Nelson Mandela e citato il «I have a dream» di Martin Luther King. «Sono dispiaciuto per me e per la Fifa. Mi hanno trattato come un punching-ball. Farò appello al Comitato Etico, al Tas, alla giustizia svizzera. Mi hanno dato 8 anni per cosa? Solo il congresso può privarmi delle mie funzioni, quindi resto presidente fino al 26 febbraio».
È la data fissata per le elezioni del nuovo numero uno della Fifa. Difficilmente sarà in corsa Platini, la cui candidatura è formalmente ancora sospesa, ma nei fatti evaporata. «Questa sentenza è una mascherata. Smentisco tutte le accuse. Ricorrerò al Tas e chiederò un risarcimento per il danno d’immagine che mi è stato arrecato. Il verdetto era già scritto e solo una patetica copertura della volontà di eliminarmi dal mondo del calcio. Mi sono comportato sempre in modo impeccabile e sono in pace con la mia coscienza», ha ringhiato il francese.
Se Blatter era comunque un presidente già dimissionario e combatte per salvare l’onore, Platini con la squalifica rischia di perdere la presidenza Uefa, la più potente e ricca della federazioni. Il Comitato etico ha ricordato che Platini «potrà sì assistere alle partite degli Europei di Francia 2016, ma solo se comprerà il biglietto come un normale cittadino». L’ultimo sgarro a Le Roi Michel, lui che di Euro 2016 era stato il grande ideatore.
La chiave di lettura del Fifagate l’ha offerta Blatter: «Se i mondiali del 2022 fossero finiti agli Usa e non al Qatar, nulla di questo sarebbe accaduto». È quella contestata assegnazione la grande madre che ha partorito lo scandalo. E oggi pagano tutti un prezzo politico altissimo.