La Stampa, 21 dicembre 2015
Vincent Cassel spiega perché le donne si innamorano di uomini inconsistenti e superficiali
Nel primo sguardo tra Vincent Cassel (Georgio) e Emmanuelle Bercot (Tony) c’è scritta l’intera storia delle passioni che lasciano senza fiato, potenti, tempestose, distruttive. Le donne lo sanno, lo capiscono al volo, e per questo, immediatamente, si ritrovano nei panni della protagonista (premiata all’ultimo Festival di Cannes) del Mio Re, diretto, non a caso, da Maiwenn, regista coraggiosa, intraprendente e molto bella, ex-compagna di Luc Besson, e autrice nel 2011 di Polisse. Nella parte del rubacuori senza scrupoli, non poteva che esserci lui, Vincent Cassel, quintessenza di fascino virile alla francese, perfettamente consapevole dei disastri che certi amori folli possono provocare.
Perché le donne perdono spesso la testa per tipi inaffidabili come il suo personaggio?
«Gli uomini sono spesso così, inconsistenti e superficiali, e certe volte, per questo, possono diventare pericolosi. Non so perché le donne li scelgano. Di sicuro c’è che, in genere, ci si innamora del diverso, delle persone che sono l’opposto di noi stessi. Se si è troppo simili, non si prova attrazione».
Le donne sono strutturalmente più mature?
«Certo, ho due figlie, questa realtà è sotto i miei occhi, tutti i giorni. Le donne crescono più in fretta, sanno che diventeranno madri, acquistano presto il senso della vita e della morte».
Che tipo di padre è?
«Cerco di fare del mio meglio, di dedicarmi a loro, non sono geloso, e soprattutto vorrei che crescessero sentendosi libere di fare quello che vogliono».
Come si è trovato nel ruolo di Georgio?
«Ho cercato di renderlo il più possibile normale, non è un semplice cattivo, e infatti tanti uomini, dopo aver visto Mon Roi, mi hanno detto di essercisi ritrovati. Il punto è che, nel film, Tony chiede a Georgio cose che lui non potrà mai darle, e questo era evidente fin dal primo incontro... Insomma, quando si compra qualcosa bisogna controllare prima bene come è fatta».
Come sceglie i film?
«Onestamente non so dirglielo, le ragioni cambiano sempre, certe volte un progetto mi entusiasma e mi lancio, altre non succede e allora non lo faccio. Comunque non c’è mai una tecnica a guidarmi».
Mai pensato di darsi alla regia?
«Ho fatto delle piccole cose... ma per essere regista bisogna avvertire forte l’esigenza di voler dire qualcosa, ci vuole un sacco di energia, una motivazione fortissima».
Le affidano spesso i ruoli di cattivo ragazzo. Contento?
«Direi di sì, i cattivi sono spesso più interessanti dei buoni».
Dove vive adesso?
«Per la maggior parte del tempo a Rio de Janeiro, ma anche in Europa. Adesso ho un progetto che vorrei realizzare proprio a Rio, e cioè interessarmi di un festival cinematografico, mi sembra che questa sia la città perfetta per accogliere manifestazioni di quel tipo».
Ha visto la sua ex-moglie in «Spectre»?
«Fin da quando aveva ricevuto la proposta ero convinto che in quel contesto sarebbe stata meravigliosa».
Non perde mai occasione di dire che i rapporti tra lei e Monica Bellucci sono rimasti ottimi, anche dopo la separazione.
«Certo, se stai con una donna per tanto tempo, se scegli di avere dei figli con lei, è normale che dopo, anche se ci si lascia, ci si continui a voler bene. Se non è così, significa che nella tua vita c’è qualcosa che non va».
Qual è il suo ultimo impegno cinematografico?
«Sto finendo le riprese del nuovo film della saga di Jason Bourne con Matt Damon protagonista. Stavolta sono un killer spietato».