La Stampa, 21 dicembre 2015
Esiste una teoria scientifica credibile sull’esistenza di Babbo Natale
Ogni anno, in questi giorni, si discute se Babbo Natale esiste. Il modo migliore per saperlo è ricorrere alla scienza e porsi la domanda: se davvero esiste, come può fare così tanto in così poco tempo?
La dottoressa Sharon George della Keele University, esperta in tecnologia rinnovabile, fa parte di un ristretto gruppo di scienziati che lavora al progetto «The science of Santa Klaus». «Non dico che le cose vadano come sosteniamo – dice all’Independent -, ma la teoria c’è, e offre una possibilità di spiegazione».
Per capire a fondo il problema, bisogna partire dai numeri. Al mondo, secondo l’Unicef, ci sono 2,2 miliardi di bambini. Pensando che in ogni casa ne abitino un paio, bisogna dividere la cifra per due e poi dividerla ancora per trovare il numero di bambini con valori cristiani, dai quali discende la tradizione di Saint Nicholas, l’ispiratore del pagano Santa Klaus. Fatti i conti, si scopre che Babbo Natale deve visitare 366 milioni di case, percorrendo un totale di 7,5 milioni di chilometri, dieci volte la distanza di andata e ritorno dalla Luna. Per farlo in un paio di giorni dovrebbe viaggiare alla velocità di 156.579 chilometri l’ora, o forse un po’ meno: andando verso Ovest, potrebbe guadagnare infatti un po’ di tempo grazie al fuso orario.
Le renne che trainano la slitta non sono però il motore migliore, visto che la velocità massima che raggiungono è di 20-25 chilometri orari. Ma le renne a cui pensiamo sono quelle che conosciamo. Sulla Terra ci sono 8,7 milioni di specie animali e si ritiene che l’86% di queste sia ancora da scoprire e catalogare. Santa Klaus potrebbe averne trovate di sconosciute, capaci di maggiori prestazioni.
L’attrito generato da una così alta velocità vaporizzerebbe però rapidamente renne, slitta e regali. L’astrofisico norvegese Knut Jorgen Reod Odegaard pensa dunque che Babbo Natale abbia trovato il modo di proteggersi con uno scudo di ioni, tenuti insieme da un campo magnetico. Molti suoi colleghi non sono d’accordo. Credono piuttosto che arrivi come il gatto di Shrodinger, un famoso e paradossale esperimento mentale nel quale l’osservatore non sa se il gatto è morto o vivo in una scatola finché non la apre, lasciando dunque sempre aperte le due possibilità. Allo stesso modo, secondo la fisica quantistica, Santa Klaus potrebbe essere contemporaneamente in tutte le case, a meno che qualcuno non lo veda. La sua presenza accertata in una casa, annullerebbe purtroppo tutte le altre presenze e questo potrebbe spiegare perché nessuno lo ha mai visto.
Il problema di dove custodire i regali non è poi indifferente. Anche se i pacchi avessero un volume di soli 0,01 metri cubi, questo valore moltiplicato per 366 milioni di case vorrebbe dire un volume complessivo di regali di 3,66 milioni di metri cubi, visualizzati dalla dottoressa George in 332.500 elefanti. Non basta uno stadio per contenerli e Babbo Natale non potrebbe certo portarli tutti assieme sulla slitta. Santa Klaus deve quindi approfittare della teoria delle stringhe e della possibilità che l’Universo abbia molte dimensioni. I pacchi sono depositati in un’altra dimensione e si può andare avanti e indietro a prenderli.
Le cose a Natale devono funzionare davvero più o meno così, perché se Santa Klaus viaggiasse anche solo a metà della velocità della luce, il tempo per lui rallenterebbe rispetto a quello dei bambini e sarebbe ancora più complicato raggiungerli al momento giusto. La verità è che il 96% della materia e dell’energia dell’Universo è ancora invisibile per noi, e possono esserci luoghi e forme di vita che sono al di fuori della nostra possibilità di comprensione dello spazio e del tempo. È dunque lì che abita Babbo Natale, se esiste.