Corriere della Sera, 21 dicembre 2015
Pechino, città chiusa per inquinamento
Grandi felicitazioni collettive sono seguite all’accordo tra 195 Paesi riuniti a Parigi per la conferenza sul clima. C’è la promessa (implicita) di raggiungere il picco delle emissioni di gas serra tra il 2020 e il 2030 per poi ridur-le. Molto lodato l’atteggia-mento di collaborazione della superpotenza cinese. Ma intanto Pechino e i suoi 23 milioni di abitanti sono avvolti da polveri fini e fumi industriali che creano l’ef-fetto buio a mezzogiorno. Per la seconda volta in questo mese la capitale della Cina è in allarme rosso: migliaia di cantieri e fabbriche fermi, scuole chiuse, consiglio alla gente di stare il meno possibile all’aperto. Lezioni sospese per l’aria sporca anche a Teheran, dove dicono che l’inquinamento sia causato da automobilisti e motociclisti che hanno rimosso le marmitte catalitiche dai loro mezzi. In Italia ce la prendiamo con la mancanza di pioggia e scopriamo che la città più colpita dalle polveri sottili sarebbe Frosinone. A Parigi c’è stato un accordo per salvare il clima malato di surriscaldamento a partire dal 2020-2030. Ma l’airpocalypse è ora.