La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2015
Gli amici e i nemici che Mourinho lascia a Londra
«Non volevo esonerare Mourinho, ma non potevo fare altrimenti». Roman Abramovich è sbarcato ieri mattina al centro tecnico del Chelsea e ha tenuto a rapporto i giocatori per spiegare le ragioni del licenziamento del portoghese. Pantaloni beige, giubbotto e scarpe marroni, il proprietario del club ha parlato in russo, affidandosi a un interprete. Poi, accanto al direttore tecnico Michael Emenalo, ha seguito l’allenamento, diretto da Steve Holland e Eddie Newton, in attesa che venga conclusa la trattativa per affidare la squadra fino al termine della stagione a Guus Hiddink. L’olandese ha confermato a un giornale del suo paese, De Telegraaf, i colloqui in corso con il Chelsea, spiegando che «prima di prendere qualsiasi decisione bisogna avere più informazioni possibili. La squadra è in una brutta situazione». Tradotto, Hiddink vuole vederci chiaro, ma è ovvio che, avendo ricevuto l’offerta di un contratto per sei mesi, stia cercando di strappare il miglior accordo possibile.
RETROSCENA Josè Mourinho ha salutato ieri mattina il Chelsea dopo aver ricevuto il benestare da parte di Abramovic: un addio emozionante, racconta qualche gola profonda. Ma non tutti erano commossi. Il quadro che sta emergendo in queste ore è quello di una squadra spaccata. In netto ritardo rispetto ai messaggi di Fabregas e Azpilicueta, si è fatta sentire la voce di John Terry, il capitano, attraverso il Twitter del Chelsea: «Grazie non sarà mai abbastanza. È stato un giorno molto triste. Mi mancherai, Boss, il migliore che ho mai avuto. Abbiamo vissuto momenti indimenticabili insieme». Silenzio da parte degli altri, in particolare da Hazard e Diego Costa. Il centravanti spagnolo è stato sempre sostenuto dal portoghese, fino a un paio di mesi fa, quando i suoi comportamenti e il rendimento lo hanno reso indifendibile. E proprio un episodio legato a Costa è uno dei tanti retroscena che stanno emergendo in queste ore, in cui la stampa britannica sta mostrando i lati oscuri della seconda esperienza di Mou al Chelsea: dai rapporti stretti con il suo cerchio magico – lo staff – alla presunta arroganza dello Special One con gli altri componenti del mondo Chelsea, fino ai capricci di Diego Costa e al comportamento ritenuto insopportabile di Rui Faria, braccio destro del portoghese.
SOLIDARIETÀ Un elemento fuori discussione è la solidarietà compatta dei colleghi della Premier. Louis Van Gaal, che lavorò con Mou ai tempi del Barcellona, ha dichiarato: «Sono molto sorpreso. Non mi aspettavo il suo licenziamento. Josè è un allenatore fantastico con un record che nessuno può vantare nel mondo del calcio». Maurizio Pochettino, manager del Tottenham, ha detto: «È una grande perdita per la Premier». Slaven Bilic, del West Ham, ha aggiunto: «Nonostante le voci degli ultimi tempi, sono sorpreso: è il migliore nel suo campo e penso che quando sei un fuoriclasse, ci siano persone che tifano per il tuo fallimento».
FUTURO E mentre circolano anche i numeri della risoluzione del contratto – Mou potrà ricevere solo 12 milioni di euro – si pensa all’oggi – Hiddink – e anche al domani. Guardiola è il sogno, Simeone convince per il carattere, Conte gode della stima di Abramovich. Il Chelsea del futuro passa per questi nomi e l’avvenire di Mou potrebbe avere i connotati di un altro ritorno: la stima di Florentino Perez riporta il portoghese al centro del mondo Real Mad