La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2015
La rivolta dei tifosi granata dopo l’umiliazione del derby. Ora il Toro si affida a Quagliarella
Mettere insieme i cocci e ripartire. Il Toro ha tanta voglia di voltar pagina e dimostrare al mondo – e prima di tutto alla galassia granata ancora in subbuglio – che quella dello Juventus Stadium è stata soltanto una serata storta che non ha lasciato scorie. Per riaccendere il motore, i granata tornano ad affidarsi all’usato sicuro che più di tutti ha voglia di rimettersi in movimento. Dopo l’ora abbondante trascorsa in panchina nel bruttissimo derby di Coppa Italia, Fabio Quagliarella chiede all’Udinese il pass per ritrovare la via del gol. Proprio con i friulani, d’altra parte, il centravanti prossimo a compiere 33 anni visse la stagione della definitiva consacrazione nel calcio che conta. Giocò in bianconero nel 2007/08 e 2008/09 e furono due campionati eccellenti, caratterizzati da 25 gol complessivi, che si trasformarono in un trampolino di lancio verso il Napoli. Amarcord a parte, oggi c’è da rilanciare il Toro e cancellare quella fastidiosissima astinenza sottoporta che gli pesa ogni giorno di più: Quaglia, infatti, non segna da novanta giorni tondi, dal 2-0 alla Samp che lo rilanciò anche in chiave azzurra. Ecco perché il faccia a faccia con i suoi splendidi ricordi non può che metterlo di buonumore, soprattutto considerando che l’Udinese gli porta piuttosto bene, in particolare da quando la affronta con la maglia granata addosso. Lo scorso anno, infatti, il bomber partenopeo andò a segno tanto all’andata in casa, quanto nel ritorno in Friuli. All’Olimpico Quaglia realizzò il quinto gol consecutivo in cinque partite, e fu l’ultima rete prima di un digiuno che in campionato lo limitò fino a gennaio. Nel ritorno a Udine, invece, la rete dell’attaccante non bastò ad evitare la sconfitta per 3-2 ma permise a Quagliarella di raggiungere la doppia cifra in campionato, un risultato che non raggiungeva dal 2009/10 quando giocava nel Napoli. Domani, però, anche l’interesse di Quagliarella diventa subordinato alla necessità di vittoria della squadra. Due obiettivi così diversi e così uguali, visto che il Toro ha lo stesso bisogno di Quaglia: segnare per cancellare con un colpo di spugna il passato.