La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2015
Che fine ha fatto Francesco Totti?
Fuori da tre mesi. O da due. Fate voi, il prodotto non cambia: Francesco Totti non c’è. Non c’è in formazione. Non c’è nelle parole. Non c’è nella Roma che va in difficoltà, sempre più giù, fino a rischiare di affondare. Tre mesi o due, a seconda che il conteggio parta dell’assenza del capitano in campo, o da quella sul mondo Roma. Parola d’ordine: silenzio. E il silenzio si sente, eccome se si sente. Il 2015 di Totti è già finito, la prossima è Chievo-Roma, 6 gennaio: nuovo inizio, chissà come sarà.
Ventisei settembre, Roma-Carpi, la solita coscia destra che fa un male cane. Lì si è fermato Totti, a un tentativo di cucchiaio e a un infortunio muscolare in un punto delicato, già bastonato in passato. Eppure Totti c’è stato anche dopo. C’è stato nelle dichiarazioni attraverso il suo blog, un appuntamento fisso dopo ogni partita, vittoria pareggio o sconfitta che fosse. C’è stato per un altro mese, poi stop. Venticinque ottobre, Fiorentina-Roma, il punto più alto della stagione della Roma, a pieno titolo nella corsa scudetto. Tutto filava liscio, o meglio, tutto dava l’impressione di filare liscio. Poi il buio. Mai più una parola sulla Roma. Un’ospitata in tv da Maurizio Costanzo, giusto per ricordare al mondo che «mi sento bene, finché il fisico reggerà io andrò avanti». Dzeko e compagni nel frattempo vincevano il derby senza Totti, né allo stadio, neppure nei commenti post partita. Blog muto, Francesco di più. Silenzio assordante, rumore interrotto giusto per dare un abbraccio a Dino Zoff, per esprimere vicinanza al giovane Ezequiel Ponce dopo l’infortunio al ginocchio, infine per commentare gli attentati di Parigi.
E la Roma? È in crisi, una delle tante affrontare in carriera da Totti. Chissà quanti ne ha vissuti, di allenatori in bilico. Chissà quanti momenti difficili ha attraversato il capitano, molto più complicati dell’attuale, quantomeno nella classifica. Chiamatela malinconia, forse persino malessere. Totti è così, è sempre stato così: non vuole sentirsi sopportato. Pareva dovesse andare a Napoli da capitano non giocatore, giusto per rientrare nel gruppo: niente. Il punto è che si sente ancora giocatore a tutti gli effetti, è dentro il campo che sente ancora di poter dare un mano alla squadra. E non sempre, negli ultimi tempi, ha avvertito lo stesso sentimento attorno a sé a Trigoria. Sta per entrare negli ultimi sei mesi di contratto, anche di questo ha parlato con il presidente James Pallotta. Solo con lui il capitano tratta un eventuale prolungamento. Il resto è semplicemente esperienza, quella di chi le cose le capisce prima: Roma-Spezia, minuto 90, arrivano i supplementari. Totti fiuta l’aria e lascia lo stadio. In silenzio, ovvio.