il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2015
Il cerchio tragico di B., la destra che non c’è più, Sala che si prederà Milano, e l’M5s Roma: tutto il pessimismo di Vittorio Feltri
Se gli domandi lumi sulle ultime gesta forziste, Vittorio Feltri fa un sospiro. E poi: “Non sono affatto stupito. Mi sembra la logica conclusione di un processo di disfacimento che è cominciato con l’uscita di Fini. E proseguito con l’esodo che conosciamo: Alfano, Fitto, Verdini… Tra l’altro i sondaggi sono impietosi. Magari qualche zero virgola si può ancora guadagnare: ma non credo in misura tale da cambiare il quadro sostanziale”.
Dalla partita del Quirinale sembra che il centrodestra non abbia imparato nulla: sull’elezione dei giudici costituzionali Renzi gli ha fatto lo stesso giochino.
Renzi ha tanti difetti: mi pare che Il Fatto Quotidiano, insieme ad altri, ne abbia messi in evidenza molti. Ma è un leader e si comporta come tale.
E a destra?
A destra? A destra non c’è più nulla. Berlusconi ormai è un uomo logorato, ha una serie di collaboratori – chiamiamoli così – meno che modesti. Lui stesso una volta scherzando mi ha detto: “Ma quale cerchio magico, il mio al massimo è un cerchio tragico”. Se ne rende conto: ma cosa può fare adesso?
Qualche responsabilità ce l’avrà anche Berlusconi. Sicuramente nel non aver creato una squadra e un leader in grado di succedergli.
Ha creato Forza Italia e poi non ha fatto nulla per tenerla insieme: la classe dirigente non si forma per autogerminazione. Cresce se ci sono persone all’altezza. Ma se il reclutamento avviene sulla base di amicizie e conoscenze le probabilità che qualcuno possa svettare sono molto basse.
In questa storia della sfiducia alla Boschi ha pesato il conflitto d’interessi di cui Berlusconi è sempre stato accusato, senza che mai fosse fatta davvero una legge?
È un tormentone che sento ripetere da decenni: per l’amor di Dio è sempre facile incappare in qualche scorrettezza. Secondo me il punto è un altro: se si chiedono le dimissioni di un singolo ministro e non dell’esecutivo s’ignora che la responsabilità del Consiglio dei ministri è collegiale. Chiedere le dimissioni della Boschi mi pare una ritorsione inutile.
I deputati di Forza Italia sono usciti dall’aula: resa?
Mi sembra un modo sbagliato di agire, la gente non capisce: non stai né di qua né di là. Ponzio Pilato.
Al Senato Lega e Forza Italia hanno presentato un’altra mozione di sfiducia.
Dopo essere usciti dall’aula alla Camera… Dai c’è solo da ridere. Sono completamente disorientati, per non dire di peggio.
E la questione meneghina?
Siamo alle comiche. Sappiamo tutti che se Sala vince le primarie diventa sindaco di Milano, non ce n’è per nessuno. Gran parte dei voti di Forza Italia confluiranno su di lui. Ovviamente auguro al candidato del centrodestra di fare il miracolo. Ma non ci sono i presupposti.
Se fosse Sallusti? Lei tornerebbe a fare il direttore del Giornale?
Lui o un altro è lo stesso. Anche Del Debbio, che sarebbe un candidato solido, dove va a prendere i voti? Ci sono quelli della Lega, ma non bastano. Ovviamente un candidato devono presentarlo, ma pensare di vincere mi pare ingenuo. Quanto a me: non tornerei a fare il direttore. Ho sempre preso in mano giornali che ho poi lasciato con molte copie in più. Ora i quotidiani continuano a perdere, non voglio fare il becchino. Sono abituato bene.
Come sono i rapporti tra Berlusconi e Salvini?
Secondo me Salvini non ha nessuna voglia di essere accostato a Forza Italia nel timore che l’alleanza sia percepita dagli elettori come un déjà-vu, che finirebbe per danneggiare entrambi.
A Roma? Convergenza su Marchini?
È il più presentabile. Ma non riesco a capire chi lo possa votare. Dopo quello che è successo con Marino, la sinistra non è attrezzata per vincere. Il centrodestra non ha candidati al momento: non voglio fare l’uccello del malaugurio, mi limito a fotografare la realtà.
Con il centrodestra messo così gode più il Pd o il Movimento 5Stelle?
In previsione delle amministrative, credo che i Cinque Stelle possano strappare una vittoria a Roma.