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 2015  dicembre 19 Sabato calendario

L’Osservatore Romano stronca Star Wars

«Quelli della notte» per lui non era solo un programma per tirare tardi ridendo su Rai2. «Erano i miei primi passi in tv, le prime emozioni, ma soprattutto l’occasione per pesare il mio repertorio che in quegli anni portavo nei piccoli club di cabaret. Non facevo imitazioni, né raccontavo barzellette, era il momento di capire se la mia capacità funzionava». Tormentoni come: «Non è bello ciò che è bello, ma che bello che bello che bello» sdoganano il talento surreale di Nino Frassica, messinese, 65 anni compiuti da una manciata di giorni e festeggiati con la ricorrenza dei 30 anni di «Quelli della notte».
Frassica conosce perfettamente il segreto del successo dell’amico Arbore. «Aveva l’orecchio di un direttore d’orchestra, ma anche l’istinto di un cuoco che conosce i suoi ingredienti. Per noi è sempre stato un punto di riferimento».
Frassica e Arbore si sono scoperti in radio. «Mi promise che alla prima occasione mi avrebbe trascinato in tv. Il suo modo di fare televisione era l’opposto del canovaccio classico. Al contrario degli altri, lui partiva dall’attore, dal personaggio, per scrivere un programma». Per questo, Arbore non ha mai avuto imitatori. «È un puzzle vivente: umorista, dj, musicista. In giro non vedo eredi: qualcuno ha ritmo, ma nessuno è così completo».
Arbore non aveva bisogno di un copione. «La differenza fra lui e gli altri conduttori è la stessa che c’è tra il pesce fresco e quello surgelato». Frassica ripercorre mentalmente la storia comica che hanno condiviso. «Il momento che cambiò la mia carriera fu quando decise di fare “Indietro tutta!” con me, nel 1987: in precedenza, a “Quelli della notte” eravamo un gruppo».
Il presente di Frassica in tv è al fianco di Fabio Fazio, come ospite fisso al tavolo di «Che tempo che fa» («mi diverto perché posso fare la mia parte, valorizzando l’elemento surreale») e in radio con il «Programmone», nel weekend su Radio2. Dal 28 dicembre partirà anche una striscia quotidiana che si chiamerà il «Progettone». «In radio improvviso, posso sperimentare: uno strumento che concede libertà uniche per riuscire a centrare quello che è da sempre il mio obiettivo: essere originale, più che bravo».