il venerdì, 18 dicembre 2015
4.166 voci per un coro da record. Succede in Turkmenistan
Statue d’oro, celebratissimi trionfi sportivi, e ora pure una canzone che gli ha aperto le porte del Guinness dei primati. Non si fa mancare nulla Gurbanguly Berdimuhamedov, il dittatore del Turkmenistan. Un gruppo di 4.166 suoi fedeli sudditi è entrato infatti nel libro dei record come coro più grande di ogni tempo a esibirsi in the round (tutti cioè cantano la stessa melodia, ma iniziando in momenti diversi, con effetto di sovrapposizione), e lo ha fatto sulle note di Avanti, solo avanti, mio caro Paese Turkmenistan, da Berdimuhamedov stesso scritta.
«Sono stata testimone di un grande impero di patriottismo, ascoltando i cittadini turkmeni intonare la canzone del Capo dello Stato come fossero una sola voce» ha dichiarato pomposamente Seyda Subasi, funzionaria della commissione aggiudicatrice del Guinness World Records, con parole che non saranno dispiaciute al dittatore. L’esibizione si è svolta in una yurta, tenda tradizionale dell’Asia centrale, 35 metri di altezza e 70 di diametro. Ad accompagnare il coro c’era, da un megaschermo, lo stesso Berdimuhamedov, che cantava e suonava un sintetizzatore. Il record precedente apparteneva ai 3.798 dipendenti di Google che a Dublino, a settembre, avevano intonato tutti insieme il tormentone Happy di Pharrell Williams.
La performance è solo l’ultimo dei fantasiosi modi con cui il dittatore – confermato nel 2012 per un secondo mandato con il 97 per cento dei voti – cerca di alimentare un culto della personalità all’altezza, diciamo, del suo bizzarro predecessore Saparmurat Nijazov, considerato il padre della patria, essendo stato presidente di quest’ex repubblica sovietica ricchissima di gas sin dall’indipendenza, nel 1991, e fino alla morte, nel 2006. Se Nijazov infatti faceva studiare a scuola il Ruhnama, una specie di sua autobiografia spirituale e politica, la propaganda sostiene che Berdimuhamedov, dentista, abbia invece coordinato un team di chirurghi internazionali per la rimozione del tumore di un paziente. Spesso sulla tv di Stato vengono celebrate le sue vittorie sportive, automobilistiche o ippiche, e una volta, chitarra alla mano, ha cantato un brano romantico da lui scritto: Per voi, miei bianchi fiori. Nijazov era però arrivato a ribattezzare i giorni della settimana ispirandosi al nome suo e a quelli della sua famiglia. Superarlo non sarà facile per il 58enne Berdimuhamedov, che di Nijazov fu ministro e vicepremier.