il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2015
Natale senza regali in Parlamento
In piena epoca di spending review, i parlamentari potranno ancora ricevere regali di Natale costosi. Il famoso codice etico la cui prima bozza è stata presentata nel 2013, infatti, ancora non è stato approvato. Il testo, oltre a norme che garantiscono la trasparenza sullo stato patrimoniale degli esponenti politici, prevede anche il famoso tetto di 150 euro ai regali ricevuti, sul modello del Parlamento europeo: i cadeaux superiori devono essere dichiarati e consegnati alla Presidenza. Sembrava che la politica nostrana con la nuova legislatura fosse partita in quarta. E invece niente. Tre i testi presentati: da Paola Binetti (Ap), da Michele Nicoletti (Pd) e da Gianni Melilla (Sel). Ora tutto è in mano al capogruppo del Misto, Pino Pisicchio. “Modificare il regolamento della Camera è quasi più difficile che cambiare la Costituzione”, racconta il dem Nicoletti. Che intorno alla sua proposta ha raccolto 174 firme su 630 deputati. Non proprio un successo. “Ma i grillini non hanno firmato perché al loro interno hanno già un loro severo codice etico. Per quanto riguarda gli altri, forse non hanno letto la mail…”.
A Montecitorio, nel giugno scorso, è stato presentato anche un robusto dossier del Servizio studi, in cui venivano comparate le norme di diversi Paesi occidentali. “Io il mio lavoro l’ho finito, ho fatto una relazione a inizio dicembre, il testo è pronto, ora dipende solo dalla giunta per il Regolamento”, sostiene Pisicchio.
Intanto, però, il codice etico ancora non c’è. E i parlamentari potranno ricevere regali senza dover rendere conto a nessuno. “Ormai non sono più anni di vacche grasse, anche perché noi qui contiamo sempre meno. E poi, coi tempi che corrono, nessuno ha voglia di sputtanarsi…”, confida un parlamentare. Fino a qualche anno fa, però, si vedeva di tutto: vini pregiati, orologi, telefonini, cesti alimentari (tra i più famosi quelli del patron di Malagrotta Manlio Cerroni), cravatte, gemelli, omaggi per le gentili signore, compresi trattamenti nelle spa. Da consegnare rigorosamente all’indirizzo di casa, perché a finire nel penale è un attimo.
Oggi, giurano, non è più così. Ma si può immaginare che qualche pacchetto a casa di qualcuno arriverà ancora. Anche perché a vedere certe vicende, come quella del Rolex al figlio di Maurizio Lupi o le vacanze pagate a Roberto Formigoni, non sembra che tutti abbiano fatto della sobrietà il loro stile di vita. Di sicuro, causa riduzione finanziamento pubblico, chi non ha più soldi sono i partiti. Così, quest’anno, dai gruppi, niente omaggi natalizi ai parlamentari. Solo Sel, forse, regalerà un libro. Sembrano passati secoli da quando Berlusconi omaggiava con fedine di brillanti le parlamentari e con iPad i colleghi uomini. Quest’anno per la prima volta i forzisti salteranno addirittura la tradizionale cena con Berlusconi. Insomma, non c’è più trippa per gatti. E nemmeno panettoni (che ai bei tempi erano di un chilo).