la Repubblica, 18 dicembre 2015
Il sindaco leghista di Pontoglio è un alleato dell’Isis
Il sindaco leghista di Pontoglio (Brescia) ha aggiunto sotto i cartelli di ingresso in città la scritta “paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana: chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”. È un’asserzione in plateale contrasto con quasi tutti gli articoli della Costituzione italiana; ma non credo sia un argomento, questo, che possa destare il minimo interesse presso ambienti, diciamo così, vivacemente autonomi rispetto a quei vecchi princìpi. Né penso possa contare qualcosa il fatto che a qualche pontogliese non “di tradizione cristiana” (cento o uno solo, poco importa) possano girare le balle. Forse, allora, il solo argomento spendibile con il sindaco è provare a spiegargli che quel cartello, di presumibile ispirazione anti-islamista, è a sua volta strutturalmente islamista: perché fa coincidere l’identità di un luogo e di una comunità con l’identità religiosa dei suoi abitanti. Ammesso che il conflitto sia davvero tra “noi” e “loro”, quel cartello, con una foga perfino ingenua nella sua sprovvedutezza, sposa la “loro” logica e abolisce la nostra. A suo modo, e certamente senza volerlo, il sindaco di Pontoglio è un eccellente alleato di chi sta architettando la Guerra Santa. Il sogno dell’Is è che l’intero Occidente si trasformi in una grande Pontoglio.