La Stampa, 18 dicembre 2015
La Roma dice addio a Garcia. Domenica i titoli di coda
Alla fiera dei paradossi, allestita da una parte e dall’altra dell’Oceano dalla Roma made in Usa, mancava solo il contrasto tra i titoli di coda pronti e il sipario che non può ancora essere calato. L’ultima frontiera delle molteplici contraddizioni romaniste è stata varcata nelle ultime ore: James Pallotta, presidente e boss giallorosso, ha deciso da Boston di dire addio a Rudi Garcia, ma l’allenatore resta al suo posto in attesa di comunicazioni. La grottesca commedia degli equivoci di questa Roma sta per arricchirsi di una nuova scena madre: domenica pomeriggio, contro il Genoa all’Olimpico, si accomoderà in panchina un tecnico virtualmente esonerato e con il destino già segnato.
Rudi ai titoli di coda
Ultimissima chiamata per salvare il posto o passo d’addio a prescindere dal risultato? Fosse per Pallotta, «disgustato» e furente dopo lo storico sfratto in Coppa Italia per mano dello Spezia (Serie B) ai rigori, non ci sarebbero dubbi o perplessità: esonero immediato, in barba a un contratto da 2,8 milioni netti fino al 2018, e tanti saluti. La stessa idea maturata dal presidente americano tra fine settembre e l’inizio di ottobre, a cavallo tra i rovesci con la Samp in campionato e il Bate Borisov in Champions, abortita per il parere differente del management italiano (invece favorevole al siluramento la scorsa estate, ma non al cambio in corsa) e rinviata originariamente al prossimo giugno, prima della prossima stagione.
Rivoluzione accelerata
L’evolversi in peggio degli avvenimenti, invece, ha cambiato di nuovo i programmi. Pallotta, nelle consultazioni tra Roma e Boston delle ultime ore, si è reso conto che la rivoluzione non può più attendere e passa, per ora, da un avvicendamento in panchina. Il problema, non di poco conto, è la difficoltà nella ricerca e nell’individuazione del successore in tempi stretti. Anche perché le grandi manovre in atto sembrano più un terremoto a tutti i livelli romanisti piuttosto che una semplice crisi con l’allenatore.
Lippi aspetta la chiamata
Pallotta, infatti, non ha deciso di salutare solo Garcia, ma inizia a pensare anche al futuro immediato e prossimo del direttore sportivo Sabatini e del direttore generale Baldissoni. Una cartolina degli equilibri interni arriverà da come e chi scioglierà l’intricato nodo della scelta del nuovo allenatore. I mari del mercato offrono pochissimo per il ruolo di traghettatore semestrale, ruolo che non piace né a Bielsa, vecchio pallino sabatiniano, né a Capello o a Mazzarri. Marcello Lippi, invece, sarebbe più che disponibile ad ascoltare eventuali proposte, magari con un futuro in società. Dalla Roma, però, non sono ancora partite telefonate concrete. Garcia, intanto, non ha ricevuto comunicazioni e non lancia segnali di resa: ieri a Trigoria ennesimo confronto con la squadra e istituzione del ritiro fino a domenica. Forse sperando che l’esonero rimanga solo virtuale. Nella Roma dei paradossi, dopotutto, può succedere anche questo.