La Stampa, 18 dicembre 2015
Star Wars e l’arte della citazione
Si dice che George Lucas non si sia mai fatto vedere sul set di Star Wars: il risveglio della Forza, e che il film sia stato autonomamente diretto, senza consigli e senza ingerenze esterne, dal regista J. J. Abrams. Ma anche l’ultimo episodio della saga di Guerre Stellari è pieno di riferimenti al suo geniale inventore. Molti cinefili si divertiranno a scoprire le decine di citazioni, alcune evidenti, altre nascoste, che come in ogni film di Lucas rimandano a qualcos’altro: era lui il primo a dire che i suoi lavori «stanno sulla cima di cose già avvenute» e ne sono la sintesi e la continuazione.
Chi conosce anche solo un poco la storia professionale di Lucas non si stupirà dunque di scoprire che Finn, lo stormtrooper interpretato da John Boyega che all’inizio del film passa nel campo dell’Alleanza Ribelle, abbia come nome in codice FN-2187. Questo numero ricorre in quasi tutti i film del regista: in un altro Guerre Stellari, il V Episodio, era il numero della cella nella quale era rinchiusa la principessa Leila e lo si ritrova un po’ dappertutto. Per Lucas, 2187 è un’ossessione da quando era ragazzo, dal giorno in cui vide un filmino della durata di 9 minuti e 33 secondi che ancora considera uno dei capolavori del cinema. Si intitolava 21-87 ed era stato girato nel 1963 da un canadese, Arthur Lipsett, utilizzando spezzoni di pellicola scartati che raccoglieva sul pavimento del National Film Board, uniti a brevi filmati girati in Super 8 a New York e a Toronto.
La visione di quel film è stata per Lucas, ha raccontato Walter Murch, suo ex compagno di scuola e miglior amico, come l’accendersi di una lampadina: ha capito che mescolando cose vecchie se ne potevano generare di nuove, che si potevano mettere insieme Casablanca eMetropolis, i samurai di Kurosawa e il John Wayne di Sentieri selvaggi, Flash Gordon e i monaci guerrieri, e montare la pellicola come avrebbe fatto Sergei Eisenstein (del quale ha tenuto a lungo un ritratto nello studio) per plasmarli in storie nuove e meravigliose.
21-87, che si può ancora vedere su Youtube, affronta in modo originale il rapporto tra le macchine e gli uomini, un tema che Lucas farà proprio. I dialoghi che ogni tanto si sentono nel film sono completamente estranei al contesto delle immagini, ma sono comunque rivelatori: un uomo, a un certo punto, sostiene che dietro a ogni cosa «c’è una Forza nascosta, simile a Dio», la stessa che ispirerà poi i guerrieri Jedi e la loro controparte oscura. Il 2187 è anche l’anno nel quale Lucas ambienta uno dei suoi primi film da studente, Labirinto elettronico THX 1138 4EB e il suo primo lungometraggio,L’uomo che fuggì nel futuro, si svolge nella immaginaria data 21/87.
Le altre citazioni presenti nell’ultimo Star Wars sono più evidenti e immediatamente riconoscibili: le navicelle del Primo Ordine si preparano all’attacco inquadrate davanti al disco solare al tramonto, proprio come gli elicotteri di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, un capolavoro al quale anche Lucas collaborò e dove Harrison Ford interpretava, incredibile coincidenza, la parte del colonnello Lucas. Han Solo fugge in un tunnel inseguito da una specie di sfera, come già Ford aveva fatto all’inizio de I predatori dell’Arca perduta(scritto da Lucas e diretto da Spielberg), e ci sono molti riferimenti a Star Trek,American Graffiti e ad altri film.
Più sorprendente è la citazione da Il trionfo della volontà, il documentario di propaganda nazista girato da Leni Riefenstahl durante il raduno di Norimberga del Partito Nazionalsocialista tedesco che si tenne dal 4 al 10 settembre 1934. Questo filmato, un’eccellenza riconosciuta di tecnica cinematografica, contribuì non poco a diffondere in Germania e all’estero l’idea della politica nazista come una nuova forma di religione, che aveva al proprio vertice un indiscussa «umana divinità», Adolf Hitler. Nell’ultimo Star Wars si rivede la stessa enorme piazza con le truppe dell’impero del male allineate come allora, e il palco simile a un grande altare dal quale viene pronunciato un discorso analogo a quelli che si erano uditi a Norimberga. Ma se l’anima oscura di Darth Vader continua a reincarnarsi in mille forme, l’Alleanza dei buoni e volenterosi, al cinema come nella realtà, alla fine vince sempre. Almeno finora.