La Stampa, 18 dicembre 2015
Il prete dice ai bambini che Babbo Natale non esiste e i genitori si vestono da elfi e scendono in piazza per protestare. Succede Antey-St-André, in Valtournenche
Parroco e catechisti raccontano ai bambini che Babbo Natale non esiste e i genitori scendono in piazza a protestare. Accade ad Antey-St-André, incantevole borgo con vista sul Cervino, all’inizio della Valtournenche. «Prima o poi tutti i bambini scoprono, amareggiati, che Babbo Natale non esiste, e che i regali non vengono portati magicamente su una slitta trainata da renne, ma sono comprati da mamma e papà.
Certo, però, a rivelarne l’inesistenza non dovrebbe essere una figura esterna alla famiglia, come è successo nel nostro caso» dicono i genitori. Per la loro protesta contro parroco e catechisti hanno scelto un metodo originale: si sono vestiti da elfi di Babbo Natale e hanno atteso con cartelloni e caramelle la fine della messa e l’uscita dei fedeli dalla chiesa per raccogliere firme.
La petizione è nata per chiedere un incontro con il vescovo Franco Lovignana «affinché il comportamento del parroco don Zibigniew e dei catechisti venga valutato». «La raccolta firme è nata dal fatto che né il parroco, né i catechisti ci ascoltano - dice Davide Li Veli, tra i promotori -. I bambini hanno paura e vanno in chiesa perché li temono. Non riteniamo sia un metodo educativo per insegnare il catechismo».
Nella petizione, il gruppo di genitori che ha promosso la protesta evidenzia alcune situazioni contestate. «I genitori non possono essere presenti durante le lezioni e ai bambini è stato detto che Babbo Natale non esiste, che invece di sprecare soldi in dolciumi li diano al parroco senza dirlo ai genitori, con un chiaro invito a mentire. Inoltre dicono ai bambini che se non vanno a messa compiono un peccato mortale».
Aggiunge Li Veli: «Non riteniamo giusto distruggere i sogni dei bambini e non condividiamo il loro sostituirsi ai genitori. E ci dispiace ci siano adulti dimentichi dell’importanza che riveste questa figura e dei bei momenti che questo personaggio ci ha regalato da bambini. Perché intaccare quella grande forza dei bambini che è la fantasia? Inoltre riteniamo scorretto esprimere giudizi sui bambini sulla loro vita al di fuori di ciò che a loro compete, ossia insegnare il catechismo. A ognuno il proprio ruolo: ai bambini il diritto di vivere l’infanzia con serenità, ai catechisti e al parroco il ruolo di insegnare il catechismo, ai genitori le scelte educative».
Butta acqua sul fuoco uno dei catechisti, Marco Poletto: «Credo che il problema sia nato dalla poca padronanza della lingua italiana del parroco, di origine polacca. Anche le prediche, a volte, sono poco comprensibili. Probabilmente il parroco non ha saputo spiegare con chiarezza il suo pensiero. Ai bambini abbiamo detto di credere nella magia della notte di Natale, che Babbo Natale è una figura presente in molte culture e che distribuisce i doni ai bambini. Abbiamo aggiunto che tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei paesi anglofoni, derivano dallo stesso personaggio storico, una persona reale, san Nicola, vescovo di Myra».