La Stampa, 18 dicembre 2015
Sessanta milioni di persone in fuga in un solo anno. Come se l’Italia intera scappasse
Una nazione che fugge. Donne, uomini, bambini costretti a mettersi in viaggio per salvarsi da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Secondo l’ultimo rapporto dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), nella prima metà del 2015 il numero di rifugiati nel mondo ha sfondato quota 20 milioni (20,2 milioni contro i 19,5 milioni del 2014). Si tratta della cifra più alta mai registrata dal 1992, quando la prima guerra del Golfo era terminata da un anno e un nuovo conflitto stava esplodendo in Bosnia ed Erzegovina. A questi si aggiungono 34 milioni di sfollati all’interno del proprio Paese e quasi un milione di persone in attesa dell’esito delle domande di asilo. Tuttavia, i dati tengono conto solo di coloro che godono della protezione dell’Unhcr. Considerando tutti gli altri quest’anno potrebbe chiudersi con la cifra record di oltre 60 milioni di persone in fuga.
A spingere il numero verso l’alto è il conflitto in Siria che ha trasformato la Turchia nel primo Paese per numero di rifugiati (al 30 giugno 2015 erano 1,84 milioni). Uno sforzo enorme in termini di solidarietà è richiesto anche al Libano che alla stessa data registrava il più alto numero di rifugiati sul totale degli abitanti (209 a 1000). Ma non c’è solo la Siria. Altri conflitti - in Afghanistan, Somalia, Sud Sudan - spingono le migrazioni forzate. E i rifugiati che tornano a casa sono sempre meno.