La Gazzetta dello Sport, 17 dicembre 2015
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Viaggio all’origine della crisi del Genoa
Psicodramma rossoblù: non è la prima volta, forse non sarà l’ultima. E poiché la malasorte ci vede benissimo, la giornata di ieri si è chiusa con un’altra brutta notizia dall’infermeria: frattura della decima e dodicesima costola per Burdisso, riuscito comunque martedì a finire la partita. Tutto da capire, però, se Gasperini potrà schierarlo contro la Roma. Certo è che adesso se ne stanno tutti lì, a Pegli e dintorni, con le mani fra i capelli per l’occasione storica gettata al vento di arrivare, perché no, almeno sino alla semifinale di Coppa Italia. Troppo tardi. Una stagione nata male e proseguita peggio.
L’idea di andare domenica a domicilio dell’altra grande esclusa dagli ottavi non serve a lenire il dolore e a placare le polemiche per una figuraccia che rimarrà nella storia della società. Perché si è arrivati a questo punto: quartultimo posto, a due lunghezze dal Frosinone, tre k.o. consecutivi in campionato, senza contare lo scivolone con i grigi di Gregucci?
Più che l’allenatore del Grifone, è diventata un’esclamazione. L’uomo di Grugliasco s’è costruito una solida fama – certificata dai risultati – di tecnico capace di ridare nuova linfa a giocatori da ricostruire, per i più svariati motivi. Stavolta, però, una rosa allestita sino alle battute finali di mercato, l’arrivo di giocatori infortunati e da recuperare (come Ansaldi), qualche grande colpo sulla carta (Pandev) che sinora ha fatto fatica, oltre a una serie infinita di squalifiche (otto) e infortuni assortiti, hanno decisamente ridotto le scelte del tecnico.
Nulla è per caso. I malesseri e le inquietudini di giocatori all’apparenza poco inclini a certi comportamenti sono il termometro di una tensione latente. Certo, il Genoa ha avuto pure sfortuna, più con il Bologna che con l’Alessandria. Ma l’impressione, da fuori, è quella di una squadra incapace di reagire, e sempre più inquieta.
A meno di positive novità dall’Olimpico, domenica prossima, l’impressione è che la lunga marcia di avvicinamento verso il derby dell’Epifania possa trasformarsi in una corsa a handicap fra i primi, visibili malumori interni alla tifoseria e la quasi certezza che l’inizio del mercato di gennaio non porterà clamorose novità sul fronte dei rinforzi. E che, dunque, per ora Gasperini dovrà continuare a fare di necessità virtù.
E pure invernale. Dunque, un’ascensione complicata, quella del presidente Preziosi per offrire nuove alternative al suo Genoa. Perché il presidente, sul mercato, correrà da solo. L’intesa con Giovanni Calabrò, se mai arriverà, pare ancora lontana. E, comunque, il possibile nuovo socio del numero uno rossoblù ha (anche) mire extrasportive. Con l’obbligo di tenere sotto controllo i conti, l’impresa di trovare i rinforzi giusti si annuncia ardua.
L’ultima spallata a un gruppo già in crisi d’identità potrebbe arrivare dalla levata di scudi della parte più calda della tifoseria contro allenatore e presidente. I rapporti logori fra ultrà e Preziosi sono ben noti. Preoccupa, semmai, il tono ultimativo di uno striscione e dei cori contro il tecnico nella serata di Coppa Italia. Se qualcuno spera in un esonero, al momento è fuori strada. Di sicuro, invece, il loro atteggiamento avrà un effetto immediato: aggiungere danno a danno, spingendo a fondo la squadra.