Libero, 17 dicembre 2015
Tags : Salah Abdeslam • Strage Del Bataclan
In Belgio è vietato fare perquisizioni di notte, così Salah è scappato (nascosto in un mobile)
Una notizia viene dall’Austria, una dal Belgio e una dalla Francia. Ma tutte e tre dimostrano come il quadro di insipienza che permette al terrorismo di uccidere è, purtroppo, continentale.
Innanzitutto l’Austria, dunque. Dove sono stati arrestati due cittadini francesi, sospettati di legami con gli attentati di Parigi del 13 novembre. Il problema è che i due, accusati dalla Procura di Salisburgo di «partecipazione a un’organizzazione terrorista», stavano in un rifugio per migranti, ed erano arrivati a ottobre dalla Siria. Cioè: due francesi si erano arruolati nel jihad, e poi erano tornati in Europa fingendosi rifugiati. Secondo il quotidiano austriaco Kronen Zeitung i due, l’uno di origine algerina e l’altro pakistana, erano forniti di falsi passaporti siriani, ed erano arrivati dalla Grecia, giungendo in Austria attraverso la rotta dei Balcani. Non è confermato che stavano aspettando l’ordine di fare qualche attacco, magari per Natale. Ma comunque si erano infilati assieme ad altre centinaia di migranti, ed erano stati riconosciuti come rifugiati. Non fosse stata per la segnalazione di un servizio di Intelligence, l’avrebbero fatta franca.
La storia numero due riguarda addirittura Salah Abdeslam: il sopravvissuto del commando responsabile delle stragi del 13 novembre a Parigi, che ormai è diventato una specie di «primula rossa» del jihadismo. Anche se c’è il dubbio che lo stia in questo momento ricercando pure l’Isis, per non essersi fatto saltare in aria. Ebbene: la notte tra il 15 e il 16 novembre, appena due giorni dopo gli attacchi, Salah era stato individuato a Molenbeek: il sobborgo di Bruxelles ormai famoso come roccaforte jihadista in Europa. A quanto è stato ricostruito, dopo il massacro aveva chiamato due amici, che erano andati dal Belgio a prenderlo in auto al centro di Parigi, e lo avevano poi riaccompagnato a Bruxelles. Come già era noto, alle 9 del mattino del giorno dopo la strage i tre erano stati fermati e identificati a un controllo stradale presso Cambrai, sul tragitto tra Francia e Belgio. Ma nessuno di loro risultava ricercato e furono lasciati proseguire.
Solo dopo qualche ora un controllo incrociato tra inquirenti francesi e belgi permise di scoprire che uno dei veicoli usati per la strage era stato noleggiato da Salah, facendo assurgere così il suo nome all’improvvisa popolarità. Le successive indagini hanno permesso di sequestrare il veicolo e arrestare i due amici, ma lui a un mese di distanza è ancora uccel di bosco. E adesso il ministro della Giustizia belga Koen Geen ha appena ammesso che in realtà la polizia belga aveva individuato Salah, appunto la notte tra il 15 e il 16. «Si trovava in una casa di Molenbeek due giorni dopo gli attentati di Parigi», ha detto in un’intervista alla tv Vtm. Ma il codice penale belga non permette operazioni poliziesche tra le 21 e le 5, salvo «delitto flagrante o incendio». Il terrorismo non è contemplato. La polizia è comunque intervenuta a mezzogiorno: con 7 ore di ritardo anche rispetto al consentito. Salah si era comunque già reso irreperibile. Il primo ministro Charles Michel aveva già annunciato una prossima riforma di certi «anacronismi» che disturberebbero le leggi anti-terrorismo. Viene il dubbio che questa storia, così terribilmente simili alle barzellette che in Francia si raccontano sulla stupidità dei belgi, sia stata rivelata apposta per piegare una possibile resistenza sindacale al lavoro notturno dei poliziotti.
Purtroppo, non è che in Francia scherzino in fatto di incompetenza. A quanto ha rivelato infatti il settimanale satirico Le Canard Enchaîné, sembra che almeno dal 2010 la polizia francese e la giustizia fossero a conoscenza di una concreta minaccia di attacco alla sala da concerto Bataclan. Le minacce portarono infatti il 13 luglio 2010 all’apertura di un’inchiesta giudiziaria, con la denuncia e l’arresto di un sospetto di nome Farouk Ben Abbes. Cioè, un personaggio vicino a quel Fabien Clain a cui si attribuisce la rivendicazione degli attacchi di Parigi del mese scorso nel nome dell’Isis.
Ma poi il tutto fu archiviato, senza tradursi in nessuna misura di sicurezza. Origine delle informazioni: un attacco al Cairo contro un gruppo di studenti francesi in vacanza che era avvenuto il 22 febbraio 2009, e in cui era morta la giovane Cécile Vannier.
Tra i vari sospetti arrestati dalla polizia egiziana c’era infatti la francese Dude Hoxha, poi estradata in patria. Lei avrebbe rivelato agli agenti dei servizi segreti che Ben Abbes aveva il «progetto di attaccare il Bataclan».