17 dicembre 2015
Dopo nove anni la Federal Reserve mette fine al denaro a costo zero • Per gli ex vertici dell’Etruria in arrivo le sanzioni di Bankitalia • Eletti dopo trentadue scrutini i tre nuovi giudici della Consulta • Tangenti sulle buche a Roma: sette arresti • Nei primi sei mesi del 2015, le buche a Roma hanno causato 2.101 incidenti
Federal Reserve La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha alzato il costo del denaro da zero a 0,25% punti. Questa mossa ha chiuso l’era cominciata nel 2006 e proseguita con la crisi del 2008, la peggiore dalla Grande Depressione, che aveva spinto la Fed a reagire inondando il mercato di liquidità. Tassi a zero e “quantitative easing” hanno evitato la catastrofe, e ora l’economia e l’occupazione si sono riprese abbastanza da giustificare l’aumento del costo del denaro. L’inflazione però resta molto sotto la soglia del 2% auspicata dalla Federal Reserve, soprattutto per il calo del petrolio; la ripresa non è trionfale; e i rischi globali rimangono sull’orizzonte, dalla frenata della Cina all’anemia dell’Europa. La banca centrale ha perciò comunicato che gli aumenti dei tassi saranno «graduali», spiegando che le condizioni attuali «garantiscono solo aumenti graduali».L’aumento rappresenta una vittoria per le banche, che hanno chiesto alla banca centrale americana di aumentare i tassi anni fa per arginare il calo dei margini di interesse. Per i mercati emergenti la stretta è un test per verificare la loro preparazione a una potenziale fuga di capitali.Secondo Janet Yellen, presidente della Banca centrale, i rischi globali, in particolare quelli dai Paesi emergenti e dalla Cina, che avevano spinto la Fed a rinviare l’aumento dei tassi «persistono» ma l’economia degli Stati Uniti «si è considerevolmente rafforzata» a sufficienza per poter resistere a eventuali contraccolpi.
Etruria I componenti del Consiglio di amministrazione di Banca Etruria sono stati sottoposti a procedimento disciplinare da Bankitalia. La pratica è ormai chiusa, entro qualche giorno le conclusioni saranno notificate e scatterà la procedura per l’invio delle controdeduzioni prima dell’erogazione delle sanzioni. È l’ultimo, clamoroso sviluppo delle verifiche effettuate sul dissesto dell’Istituto di credito toscano dagli ispettori della Vigilanza e adesso anche dalla magistratura. Nell’elenco ci sono l’ex presidente Lorenzo Rosi, l’ex vicepresidente Pierluigi Boschi, padre del ministro delle Riforme Maria Elena, e i consiglieri che hanno svolto l’intero mandato prima dell’arrivo del commissario. Tutti ritenuti responsabili della «mala gestio» che ha causato un «buco» nei bilanci di circa 3 miliardi di euro, dei quali ben 2 miliardi sono riconducibili a «sofferenze». Nella relazione finale si parla esplicitamente di «anomalie non rimosse» e si contestano numerose operazioni ed emolumenti concessi (Sarzanini, Cds).
Consulta Senatori e deputati sono finalmente riusciti ad eleggere i tre giudici della Corte costituzionale che mancavano da tempo. I nuovi membri della Consulta sono: Franco Modugno, indicato dai grillini ed eletto con 609 voti; Giulio Prosperetti, scelto dai centristi con 585 voti; Augusto Barbera, indicato dal Pd, nominato con 581 voti. Dieci in più del quorum richiesto di 571. Ci sono volute 32 votazioni per un giudice, 10 per i secondo e 5 per il terzo. La grande novità di questo giro di nomine è tutta politica: Matteo Renzi e il Pd, infatti, hanno tagliato fuori dalla decisione Forza Italia e Silvio Berlusconi e hanno stretto un accordo con il Movimento Cinque Stelle. Una scelta che sembra il colpo definitivo al Patto del Nazareno e a possibili convergenze fra democratici e forzisti.
Buche 1 Ieri a Roma altre indagini e altri arresti per tangenti. Funzionari di Comune e municipi vari percepivano mazzette per chiudere un occhio sui lavori di rifacimento delle strade, realizzati risparmiando sulla qualità dell’asfalto e sul suo spessore. Risultato: le famigerate buche ben note a automobilisti e motociclisti capitolini. Trentatré gare d’appalto per un valore complessivo di sedici milioni sulle quali, sempre secondo le accuse, il controllo sarebbe stato pressoché nullo, «sviluppando» tangenti per 650mila euro. Diciotto indagati e tra questi sette arrestati. Ieri gli inquirenti hanno provato a fornire un quadro del sistema che funzionava un po’ come un meccanismo di vigilanza al contrario: si pagava per essere lasciati in pace. «Gli accordi presi tra gli imprenditori e i funzionari incaricati di sorvegliare il corretto andamento dei lavori - spiegano - comportavano la dazione di cifre che nel tempo variavano da poche migliaia di euro sino ad oltre 100mila euro, pertanto nell’ordine del 3-4% del valore dell’appalto stesso» (Maesano, Sta).
Buche 2 Romasi è guadagnata la maglia nera per gli incidenti stradali: 11.902 ne ha contati nel 2014 il rapporto Aci-Istat, soltanto sulle strade urbane. Mille al mese, più di 30 al giorno. Il bilancio è drammatico: 120 morti a cui vanno a sommarsi i 34 caduti sulle strade extraurbane. A Milano, per dire, seconda in classifica, le vittime della strada sono state 38.Certo, non tutti gli incidenti sono imputabili alle buche. Ma che lo stato delle strade pesi sul numero di sinistri è indubitabile. Nei primi sei mesi del 2015, secondo i dati contenuti nell’esposto del Codacons da cui è partita l’inchiesta che ha portato agli arresti di ieri, 2.101 incidenti sono colpa delle buche. Nella graduatoria delle buche, secondo le indagini che la procura ha affidato al nucleo di polizia giudiziaria dei vigili urbani, al primo posto c’è Ostia, 425 incidenti nei primi 6 mesi e 74 interventi per riparare l’asfalto. Subito dopo Tor Bella Monaca, Torre Maura, Tor Vergata. Poi Eur e Centro storico, dove segnalazioni e interventi nel corso dei primi sei mesi dell’anno sono stati 588: per liberare caditorie, per sistemare i tombini mal posizionati per ricoprire le buche (i famosi “rattoppi” che si riapriranno con le prime piogge). (Favale, Rep).