Il Messaggero, 17 dicembre 2015
Andremo in vacanza nelle case cantoniere dell’Anas
Le case cantoniere sono pronte ad aprire porte e finestre ai turisti. «Il progetto di dare nuova vita e destinazione a questi immobili presenti nell’immaginario collettivo – spiega Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas spa – nasce dall’accordo tra l’Anas, il Ministero dei Beni Culturali, quello delle Infrastrutture e Trasporti e Agenzia del Demanio. Alcune strutture sono ancora operative, ma altre sono un patrimonio da valorizzare, privilegiando il turismo».
LA STORIA
Gli edifici rossi furono istituiti nel 1830 da un regio decreto del re di Sardegna Carlo Felice come strumento di controllo laddove era più difficile avere tutto sott’occhio. Soppiantate dalla tecnologia, che rende meno necessaria la presenza dei cantonieri, saranno coinvolte in un progetto di nuova destinazione d’uso. «Si parla di 1244 immobili – ha proseguito Armani – con i quali creare una rete con diverse destinazioni. Al piano inferiore possono essere collocate attività di ristoro, di artigianato, di imprenditoria giovanile o, ancora, officine che riparino automobili o biciclette. Al piano superiore si può pensare a una struttura recettiva stile bed and breakfast, con appartamenti indipendenti e tariffe alla portata di tutti». Proprio per creare una sorta di itinerario tra le varie case cantoniere sono stati già studiati percorsi particolarmente interessanti per il turismo alternativo, quello che punta non tanto e non solo alle grandi città d’arte, ma al cosiddetto museo a cielo aperto che è l’Italia. «La mobilità dolce – ha ricordato il ministro Graziano Delrio – ha moltissimi fan anche e soprattutto all’estero. Basti pensare che in Germania ci sono ben 6 milioni di cicloturisti e discorsi simili si possono fare per gli itinerari motociclistici o equestri. Si tratta di entrare nell’ottica di un tipo di viaggio più rilassato».
CIRCUITI
Si guarda, in particolar modo, a percorsi sport e benessere in Lombardia, a temi enogastronomici e relax sulla via Francigena e a circuiti di nicchia sulla via Appia. «I cammini sono il cuore del progetto – ha aggiunto il ministro Franceschini – e puntano a farci diventare leader nel turismo sostenibile, oltre che a rivalutare molte zone del Paese. Le case cantoniere diventeranno un brand italiano conosciuto nel mondo». Nel frattempo queste casette «stanno già facendo da traino, con la loro regolarizzazione urbanistica e catastale in corso – ha aggiunto Roberto Reggi, direttore generale dell’Agenzia del Demanio – alla valorizzazione degli enti locali». Un sito – www.casecantoniere.it – permette di vederle, di mostrare interesse e proporre un progetto turistico compatibile. Così, dal limite di 70 km/h le case cantoniere ora viaggiano anche alla velocità della rete.