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 2015  dicembre 17 Giovedì calendario

In Basilicata i disoccupati avranno un reddito minimo grazie al petrolio

Nel Texas d’Italia anche i disoccupati avranno un reddito minimo grazie al petrolio. La Regione Basilicata ha deciso di investire le royalty del suo «oro nero» per pagare un assegno a circa 8.000 famiglie prive di entrate economiche sicure e dignitose. È un punto di svolta nel controverso rapporto tra l’estrazione degli idrocarburi e questa parte d’Italia a lungo in testa alle classifiche della povertà; e la Basilicata, se da un lato possiede i giacimenti di petrolio più ricchi dell’Europa continentale, dall’altro è tra le regioni che da mesi stanno tentando di strappare al governo lo stop alle trivellazioni in mare. Benvenuti al Sud che prova a uscire da un destino di arretratezza facendo leva sulle sue risorse. Sono 7 le Regioni italiane intenzionate a garantire un salario minimo ai senza lavoro (Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Puglia e appunto Basilicata), a cui vanno aggiunte le province autonome di Trento e Bolzano. Ma mentre in tutta Italia questa forma di welfare viene finanziata attraverso fondi europei sul reinserimento nel mercato del lavoro, la Basilicata lo pagherà al 95% con gli indennizzi incassati dalle compagnie che estraggono l’«amato-odiato» petrolio. 
La Regione ha già approvato il regolamento e sta per pubblicare i bandi per gli aventi diritto: l’iniziativa si rivolge principalmente a due categorie, i lavoratori per i quali scade la cassa integrazione in deroga e le famiglie con un reddito inferiore a una certa soglia. Il «reddito minimo» funzionerà così: i comuni lucani presenteranno progetti per lavori di pubblica utilità per i quali impiegheranno i senza lavoro. Il compenso di questi ultimi (circa 500 euro al mese per un periodo di un anno) verrà pagato dalla Regione; nel contempo i beneficiari potranno seguire corsi per riaffacciarsi sul mercato del lavoro. Le royalty sugli idrocarburi garantiranno a questo piano non meno di 40 milioni di euro all’anno. L’obiettivo è di cominciare a versare il contributo sociale dal febbraio del 2016. 
«Fino a ieri – spiega il presidente della giunta regionale Marcello Pittella (Pd) – con i proventi petroliferi pagavamo una carta sconto sui carburanti indistintamente a tutti i residenti in Basilicata. Adesso abbiamo deciso di concentrare le risorse a beneficio della fascia più svantaggiata della popolazione. La Basilicata ha fatto grandi passi avanti: la percentuale di chi non gode di un reddito sufficiente è passata dal 50% al 38% ma non ci può essere sviluppo se la società viaggia a due velocità». 
La ricchezza portata dall’oro nero è al centro di roventi polemiche in Basilicata: troppo squilibrio tra i profitti garantiti a chi estrae e le compensazioni per gli enti locali; troppo alto il prezzo pagato dall’ambiente e dalla salute. Adesso il «reddito minimo» finanziato con le royalty cerca di mettere le cose a posto. Difficile però non vedere la contraddizione: da un lato la Basilicata ammortizza il disagio sociale grazie al petrolio ma dall’altro dice no alle trivellazioni in mare e all’apertura di nuovi pozzi sulla terraferma. 
«Non mi piacciono gli eccessi di certe proteste di piazza – prosegue Pittella – ma il concetto a cui teniamo fede è la sostenibilità ambientale di cui parlano gli accordi sottoscritti con il governo nel 1998 e nel 2006: lì quel limite di sostenibilità è fissato in 154.000 barili al giorno. E dunque non rovineremo le nostre coste e non autorizzeremo nuove perforazioni in segno di rispetto per l’ambiente».