Il Sole 24 Ore, 16 dicembre 2015
Robot, una crescita da record per l’Italia
La locomotiva, per una volta, siamo noi. Con tassi di crescita sei volte superiori rispetto alla media europea, l’industria nazionale delle macchine utensili si appresta a chiudere un anno da incorniciare, soprattutto grazie al balzo a doppia cifra del mercato interno.
«Parliamo di 3,6 miliardi di consumo, cioè di tante macchine – spiega il presidente di Ucimu-Sistemi per produrre Luigi Galdabini –, il che significa che l’industria italiana è tornata ad investire». Con effetti visibili sulla produzione globale di robot, stimata nel 2015 in progresso del 12,2%, a 5,43 miliardi di euro. Uno scatto legato in particolare alla domanda nazionale, con consegne e consumi quasi raddoppiati rispetto all’abisso in cui il mercato era sprofondato due anni fa. Allo sviluppo a doppia cifra del 2014 (+44% per le consegne sul mercato domestico dei nostri costruttori) si aggiunge ora un progresso del 21%, portando i volumi a ridosso dei due miliardi di euro, 3,6 miliardi conteggiando anche le importazioni. «Una crescita che arriva dopo il deciso progresso dello scorso anno – spiega Galdabini – e quindi particolarmente gradita e interessante: certo, eravamo scesi davvero in basso ma è proprio questo recupero a farci ottenere la migliore performance tra tutti i paesi europei». Sul continente il guadagno della produzione è infatti limitato al 2%, ben al di sotto della performance nazionale, che riporta i valori del settore a ridosso dei livelli pre-crisi. In risalita anche le esportazioni, che pur scontando la debolezza dei mercati emergenti spuntano un progresso che sfiora l’8%, oltre 3,5 miliardi di euro. Primo mercato per i costruttori di robot è quello statunitense, in crescita a doppia cifra anche grazie alla ritrovata competitività legata alla risalita del dollaro. «Per motivi diversi – commenta Galdabini – gli emergenti sono in difficoltà e anche per questo noi italiani ci siamo concentrati sugli Usa: io stesso, ad esempio, ho assunto una persona per seguire in modo esclusivo quel mercato».
I numeri Istat dei primi otto mesi evidenziano performance piatte o in rosso limitato per Cina, Brasile e India mentre resta ampiamente positivo il bilancio in Russia (+38%), crescita legata però agli ordini piazzati lo scorso anno e in via di esaurimento, con prospettive cupe («commesse nuove da Mosca – spiega Galdabini – non se ne vedono») per l’anno a venire. Che in generale sarà tuttavia ancora positivo, con stime di produzione in crescita del 7,2%, ancora una volta con performance superiori per le consegne interne (+8,3%) rispetto alla domanda in arrivo dai mercati esteri, visti in progresso del 6,6%, con il nuovo record in termini nominali. Trend che Galdabini chiede al Governo di valorizzare, confermando nella Legge di Stabilità il superammortamento dei macchinari ampliandone però l’orizzonte temporale reale con benefici estesi anche ai macchinari ordinati (non solo a quelli acquistati) entro il 31 dicembre 2016. «Parliamo di impianti che richiedono come minimo sei mesi di preparazione – spiega – e limitare l’intervento alle sole consegne farebbe esaurire di fatto a giugno l’effetto del provvedimento, oltretutto avvantaggiando distributori e importatori che forniscono beni pronta consegna rispetto alle nostre Pmi, strutturate per lavorare su commessa». In aggiunta a superammortamento e legge Sabatini bis, rifinanziata per il 2016, il settore punta a misure strutturali per il sostegno degli investimenti, come un sistema di incentivi per la sostituzione dei macchinari obsoleti e la revisione dei coefficienti di calcolo per gli ammortamenti. «Sarebbero azioni utili per l’intero sistema – spiega Galdabini – perché la ripresa dei consumi di macchine utensili non è tema di interesse per i soli costruttori. Al contrario, è e deve essere sempre più tra le priorità del Paese, la cui industria manifatturiera opera con tecnologie di produzione sempre più datate e meno performanti».