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 2015  dicembre 16 Mercoledì calendario

Con le videoconferenze la Cina taglia i costi dei processi del 40% (e migliora tempi ed efficienza della giustizia)

A Nanning, nel Sud della Cina, per i processi penali e civili si inizia a utilizzare la videoconferenza. Per gli esperti tale soluzione comporta una riduzione dei costi del 40% circa. Permette di risparmiare tempo e denaro e rende più efficiente la gestione della giustizia. Durante il processo al quale MF-Milano Finanza ha assistito l’imputato si trovava nella sua cella in una prigione a circa 300 chilometri di distanza.
Il collegamento in videoconferenza viene utilizzato nei processi di secondo grado, mentre in quelli di primo grado è richiesta la presenza fisica dell’imputato. «Al momento abbiamo effettuato questo tipo di collegamento con otto carceri attrezzate dal punto di vista logistico», spiega il vicepresidente del Tribunale di Nanning. Allo scorso settembre erano 235 i processi in cui si è utilizzato usato il sistema di videoconferenza. «Nel calcolo dei risparmi vanno considerati i minori costi relativi ai poliziotti in aula, alle guardie e agli autisti che devono scortare l’imputato dalla prigione al tribunale, al vitto e a numerosi incartamenti che in caso di processi in videoconferenza non sono più necessari», fa notare Liang Jinkang, il giudice del caso cui MF-Milano Finanza e China Radio International hanno assistito.
La provincia del Guangxi, di cui Nanning è capoluogo, è stata scelta per fare da apriprista di questo esperimento anche per via delle caratteristiche fisiche del territorio, in prevalenza montagnoso e con collegamenti stradali spesso difficoltosi.
«Il metodo della videoconferenza favorisce anche il ricorso di chi non è soddisfatto della prima sentenza, dato che con questo tipo di collegamento a distanza rende più semplice e veloce l’organizzazione dei processi», dice Li Yunlong, docente esperto di gestione dell’apparato giudiziario.
Detto tutto ciò, resta ovviamente da capire se il metodo della videoconferenza possa comportare problemi al regolare svolgimento dei processi, in particolar modo per quanto riguarda le garanzie da riconoscere all’imputato nell’ambito del suo confronto con il giudice.
Se le verifiche daranno esito positivo, è probabile che i «videoprocessi» in Cina, oltre che a Nanning e nella provincia del Guangxi, saranno presto diffusi anche in altre zone dell’immenso Paese asiatico.