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 2015  dicembre 16 Mercoledì calendario

In difesa di Minzolini

Più una notizia pare incomprensibile e più raccontarla diventa faticoso: dunque ricominciamo dalla cronaca. Augusto Minzolini, da ex direttore del Tg1, è stato condannato a 4 mesi di reclusione per abuso d’ufficio; nel 2010 decise di rimuovere dalla conduzione del telegiornale Tiziana Ferrario (si chiama demansionamento) ma secondo la quarta sezione del tribunale di Roma non poteva farlo: a suo dire fu solo una «vendetta» dopo alcune contestazioni che la Ferrario gli aveva mosso. Il fatto che Minzolini dirigesse una testata del servizio pubblico è valso da aggravante.
Già qui si fatica a capire. Minzolini fu direttore per solo due anni (2009-2011) con la perenne accusa di essere filo-berlusconiano, e i rilievi alla sua direzione riguardanti l’ordine delle notizie e il lessico adottato nel darle erano all’ordine del giorno, e lo furono in particolare dopo un servizio delle 20 che usò l’espressione «assoluzione» e non «prescrizione» (processo Mills) a margine di una notizia che parlava di un’assoluzione per prescrizione. A parte questo, chiunque converrà che il ruolo di un direttore implica questo: la scelta delle notizie, il taglio da darvi, le sostituzioni e gli avvicendamenti tra i giornalisti, oltre a un sacco di altre rogne. Non dovrebbe servire neanche un particolare motivo, a un direttore, per sostituire un conduttore anche solo per antipatia, o perché lo reputa brutto o poco telegenico, perché non gli piacciono le bionde finte, insomma dovrebbero essere affari suoi. Nel caso della Ferrario, è vero che aveva contestato Minzolini, ma è pure vero che lei era un caso di gerontocrazia Rai: era in video da 28 anni complessivi e l’inamovibilità dei conduttori non è ancora prevista dalla Costituzione. Del resto il direttore, di cambiamenti, ne fece tanti altri, com’è normale: ma solo la Ferrario gli fece causa. È questa la sintesi della vicenda, dunque? Una conduttrice critica pubblicamente il suo direttore, il direttore s’incazza e la toglie dalla conduzione, la conduttrice allora gli fa causa e 5 anni dopo lui viene condannato? No, a vederla nel dettaglio la vicenda è ancora più assurda.
Minzolini arriva al Tg1 nel 2009 e cerca subito di cambiare le cose secondo il suo orientamento, com’è normale e lecito. Assume una ventina di precari senza colore politico (così risulta) e di conduzioni ne cambia diverse, non solo la Ferrario. I comitati di redazione di tutti i tg protestano come sempre, ma la Ferrario, sostituita nell’aprile 2010, non viene mica chiusa in uno sgabuzzino: Minzolini le propone di fare la prestigiosa inviata per i grandi eventi (in quei giorni c’erano stati gli attentati alla metropolitana di Mosca) e le chiede di fare un’inchiesta. Ma lei si mette in ferie. In seguito le chiede di andare in Iran. Ma lei risponde che non è riuscita ad avere il visto. Capita l’aria, Minzolini la manda temporaneamente a New York per sostituire il corrispondente (incarico prestigiosissimo, lei accetta) a cui segue la proposta di fare ufficialmente la corrispondente da Madrid: ma lei rifiuta perché dice che sua madre, che stava a Milano, sta poco bene. Segue, allora, la proposta di fare il caporedattore ad personam proprio a Milano, il che sarebbe peraltro una promozione: ma lei risponde che non le interessa. Alla fine la promuovono lo stesso, la mettono al mattino: ed è Minzolini a promuoverla con scatto di stipendio, mica altri. La risposta è che lei, intanto, ha fatto un ricorso per la reintegrazione al giudice del lavoro e una causa penale al tribunale ordinario: e il 29 dicembre 2010 e il 7 marzo 2011 già fioccano due ordinanze di reintegro. Si parla di «volontà ritorsiva posta in essere dai vertici della redazione al fine di sanzionare il dissenso». Ovviamente non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza di ieri, ma l’accusa ha sostenuto che Minzolini abbia demansionato la Ferrario per circa un anno, omettendo di attribuirle alla redazione esteri «qualsivoglia mansione dal marzo del 2010 al marzo 2011».
Ieri Minzolini ha ricordato che in Rai ci sono ben 972 contenziosi, dei quali l’80 per cento per demansionamento. Questo mentre la vittima dell’orribile demansionamento di Minzolini, la Ferrario, discriminata per il suo prezioso dissenso, intanto è divenuta corrispondente da New York, sede prestigiosa e certo non sottopagata. Per Minzolini, invece, quattro mesi di galera per aver rimosso una mezzobusto Rai (dopo 28 anni di video) in un periodo in cui il Paese discuteva di rottamazione.