Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 16 Mercoledì calendario

Riccardo Ruggeri scrive una lettera alle sue nipotine di 10 e 12 anni per spiegare l’Isis e la guerra in Medio Oriente

«Care Virginia e Carla Maria, c’era una volta, oltre 70 anni fa, un bambino felice, al quale genitori e nonni volevano molto bene, pensate, lo trattavano da adulto. Mai avrei immaginato che sarei diventato vostro nonno, allora avevo sei anni, mamma, papà, nonni erano sempre tristi, terrorizzati che scoppiasse la guerra. Nella portineria al civico 9 di piazza Vittorio, un giorno ascoltammo alla radio il Capo: con voce tuonante disse che eravamo in guerra contro le forze demoplutocratiche (?). Tutti tacemmo, salvo papà: «soffriremo molto, ma finalmente ci libereremo del puzzone» (era la prima volta che usò una brutta parola, mai più successe).
Ogni sera ascoltavamo Radio Londra. La mamma mi spiegò chi erano i buoni e i cattivi. I «buoni» erano gli anglo-americani, i «cattivi» i tedeschi e noi italiani. Le notti le passavamo in cantina, perché i «buoni» ci bombardavano, la mamma voleva che non li odiassi: «lo fanno per liberarci», diceva (pensai: che libertà è se muoio, ma tacqui).
Un giorno, papà volle che mamma ed io lasciassimo Torino, «sfollammo» ad Aulla, dai nonni materni. Appena arrivati ci fu un terribile bombardamento americano. Fui ferito a una gamba, sarei morto dissanguato se un biondissimo giovane tedesco, Otto, delle SS (per la mamma i più cattivi dei tedeschi), non mi avesse trasportato di furia, con il suo camion militare, all’ospedale di Fivizzano. Dissero i medici: «pochi minuti e saresti morto, ti ha salvato la vita». Non lo vidi più. Fu un atto d’amicizia verso mio zio, fornaio, dal quale ogni mattina comprava la «schiaccia».
La mamma mi spiegò che bisognava distinguere fra i Capi e il popolo, in genere i primi erano cattivi, i secondi buoni, Otto era un ragazzo del popolo, il suo Capo Walter Reder no. Da allora mai più confusi Capi e popolo.
C’era una volta, in un tempo lontano, una terra di mezzo, chiamata Vicino Oriente Antico. Lì è nata la civiltà occidentale: due nomi di popoli su tutti, i Sumeri, gli Assiri, li conoscete già, poi li studierete meglio. Quei popoli, dopo essere stati molto potenti, ricchi, civili, degradarono. Si trasformarono in poveri beduini che percorrevano il deserto da un’oasi all’altra, alla ricerca di acqua e cibo, erano tutti di religione islamica, si dividevano in due sette, sunniti e sciiti, a loro volta divisi in sotto sette.
Nessuno si interessava a loro, i loro Capi erano Re, Emiri, Sceicchi, possedevano tutta la terra, erano molto cattivi, i popoli erano schiavi. Da centinaia d’anni, sunniti e sciiti si odiano, ancora oggi sono in guerra fra loro. Nel 1938, sotto la sabbia fu scoperto il petrolio, i Capi divennero mostruosamente ricchi, grazie a noi occidentali che lo compravamo, i popoli rimasero poco più che schiavi.
Di recente, si è rotto qualcosa, i Capi del mondo si capiscono sempre meno, ognuno vuole primeggiare, imporre il suo modello, tutti fanno atti di guerra, al contempo tutti parlano di pace. Pronunciano parole all’apparenza nobili, spesso nascondono pensieri cattivi.
Mio compito, come nonno, è quello di fare ciò che aveva fatto la mamma con me, quando avevo la vostra età: individuare i «buoni» e i»cattivi».
Devo confessarvi che oggi questa distinzione è più difficile, perché si è creata una terza categoria, o forse c’è sempre stata, gli «ambigui», quei Capi che, a volte sono appena un po’ più buoni, più spesso cattivi, in modo diverso. In ogni caso, quando sentite dire «non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici», non fatevi suggestionare, ricordatevi che un tempo (durò secoli) altrettanto si poteva dire dei nostri avi «non tutti i bianchi cristiani sono imperialisti assassini, ma tutti gli imperialisti assassini sono bianchi cristiani».
Non cadete nella trappola delle semplificazioni, ricordate cosa diceva vostro bisnonno Carlo, mio papà, «capire è difficile». Dedicate tempo e intelligenza per «capire», non fermatevi mai all’apparenza, mai credere a tutto ciò che vi dicono i Capi. Capire vi rende liberi, questo è l’aspetto più importante della vita, non rinunciatevi per nessuna ragione al mondo.
C’è un libro che voi mi avete fatto conoscere, poi amare, Harry Potter. Per spiegarmi meglio sull’Isis cercherò di utilizzare i personaggi di Harry Potter.
Il cattivo dei «cattivi» è Voldemort, ha ucciso i genitori di Harry Potter, è il capo dei mangiamorte. Poi c’è il viscido serpente Nagini, un killer assassino agli ordini di Voldemort. Quindi Bellatrix Lestrenge e Finnir Greyback, ottusi seguaci di Voldemort, lavorano sempre in coppia per fare il male. Lucius Malfoy è stato uno dei primi seguaci di Voldemort, gli è molto fedele ma è un codardo. Fra gli «ambigui» (a volte buoni, a volte cattivi) ci sono: Draco Malfoy, è nemico di Harry da sempre, si schierò contro di lui nella grande battaglia di Hogwarts (2° Guerra dei Maghi ricordate?). Invece, Severus Piton io non lo capisco, finge di essere un mangiamorte oppure finge di fingere?
Virginia, Carla Maria, su questi temi, ascoltate anche i vostri genitori, nonni, zii, possono avere idee diverse dalle mie, è giusto così. Per me tutti i «cattivi» sono come Voldemort. Poiché devo sceglierne uno a cui accoppiarlo scelgo Erdogan (Turchia) ma potrei scegliere Kamenei, il serpente Nagini è Al Baghdadi (ISIS), la coppia Bellatrix e Finnir sono Kamenei (Iran) e Assad (Siria), mentre Salman (Arabia Saudita) e Tamin (Qartar) sono riconducibili a Lucius Malfoy. Tra gli «ambigui» metto Obama (Stati Uniti), lui è Draco Malfoy, così come i suoi amici Hollande (Francia) e Cameron (Regno Unito). Severus Piton è Putin (Russia).
E i «buoni»? Papa Francesco è riconducibile al miglior amico di Harry Potter, Ron Weasley. Ron è molto buono, anche se un po’ imbranato. Il buono è Gesù Bambino, al quale Harry Potter vorrebbe assomigliare, e pure voi. Ispiratevi e fidatevi solo di lui, lui non è un Capo, è Gesù, siate orgogliose di lui.
Fra pochi giorni festeggiatelo nel Presepe e nel Natale, lui sarà contendo di voi, come lo sono i vostri genitori e nonni».