la Repubblica, 16 dicembre 2015
Marco Bonassi, direttore della libreria Feltrinelli di Bologna, non legge le donne
«Di autrici nemmeno una?». «Lo confesso, non ne leggo molte. E non volevo barare né fare il politicamente corretto». Marco Bonassi, direttore della libreria Feltrinelli di Bologna, risponde così alla giornalista che gli chiede perché nella sua classifica dei migliori libri del 2015, dieci di fiction e dieci di non fiction, non ci sia neanche una scrittrice. Se qualcuno mi dicesse che non legge Alice Munro, o Annie Ernaux, Joan Didion o Marina Cvetaeva perché sono donne, io penserei peggio per te. Chiunque non legga un libro per ragioni diverse dal fatto che sia bello e brutto, cioè per un qualche astruso pregiudizio, non ha nessuna idea di cosa sia l’arte, e la letteratura. Qualcosa che, appunto, non ha niente a che veder col politicamente corretto. Mi dispiacerei per lui se si trattasse di uno chef, un rugbista, un creativo della Rete. Ma se si tratta di un libraio, oltre a dispiacermi per lui, mi dispiaccio anche per me. Perché i librai i libri li devono vendere, consigliano i clienti spaesati, organizzano lo spazio sugli scaffali scegliendo cosa mettere in evidenza. L’affermazione del direttore della Feltrinelli è ingenua, oltre che autolesionista. Quasi si vorrebbe difenderlo, se non fosse che fa eco a un pensiero che, corretto ormai dappertutto, nel nostro paese fatica a formarsi. Come si può pensare che la qualità di un libro abbia che fare col fatto che sia scritto da una femmina e non da un maschio? Chi lo dice dovrebbe allora avere il coraggio di aggiungere che non legge i libri delle scrittrici per una scelta filosofica che prescinde dal libro stesso. Scelta che, per brevità, potremmo definire ottuso maschilismo. Da molti anni mi capita di intervistare molti scrittori e scrittrici. L’ultima domanda che faccio loro sempre è quali libri sono stati fondamentali nella loro formazione o quali si sentirebbero di consigliare, tra gli ultimi letti. In tutti questi anni non mi è capitato quasi mai che uno scrittore italiano citasse in questo elenco una scrittrice donna. E non ci avevo fatto caso, fin quando ho ascoltato le scelte di Emmanuel Carrère, Robert Harris, Michael Cunningham, Dave Eggers, li ho ascoltati parlare di Jane Austen, Virgina Woolf, Simone Weil con la stessa naturalezza con cui parlavano di Dickens, Conrad, Camus. Gli scrittori italiani sono maschilisti? Gli uomini italiani sono maschilisti? No, ovviamente no. Ma forse sono pigri, e un po’ distratti. Ma chi dovrebbe aiutarci a essere più attenti? I librai, certo, gli editori, la critica, la televisione. Anche la politica. Barack Obama ha scelto come libro più importante del 2015 un romanzo intitolato Fates and furies di Lauren Groff. Una donna.