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 2015  dicembre 16 Mercoledì calendario

Un’email manda nel panico Los Angeles. L’Isis festeggia

Tutte le scuole di Los Angeles chiuse, cioè circa 900 istituti dove vanno ogni giorno oltre 640.000 studenti, per una minaccia terroristica arrivata via mail da un account in Germania. È polemica, però, perché le autorità di New York avevano ricevuto lo stesso messaggio, e lo hanno giudicato non attendibile. Nell’era dell’Isis, dopo la strage di San Bernardino, anche questo fa parte della nuova normalità.
La email è arrivata verso le dieci di sera di lunedì, e gli investigatori si sono subito messi al lavoro per verificarne l’autenticità. Diceva che 32 complici dei terroristi erano pronti ad entrare in azione nel nome di Allah, per colpire le scuole della città. Faceva riferimento a zainetti bomba, pacchi esplosivi, fucili da guerra, agenti nervini. Il testo, firmato con un nome arabo, preannunciava violenze terribili. Il messaggio proveniva da un indirizzo che è stato fatto risalire a Francoforte, in Germania, ma poteva trattarsi solo di un trucco per nascondere le tracce di un terrorista, che magari si trovava già in California pronto a entrare in azione.
L’Isis festeggia comunque
Le autorità di Los Angeles hanno contattato l’Fbi, e verso le cinque del mattino hanno deciso di informare il provveditore agli studi locale, Ramon Cortines, che ha la giurisdizione sul distretto scolastico. Cortines ha deciso di chiudere tutti gli istituti, avvertendo le famiglie di non portare i ragazzi in aula. Nella città si è sparso il panico, un po’ per la paura di attentati, e un po’ per il caos provocato dal blocco improvviso delle attività per oltre 640.000 studenti. Los Angeles però ha reagito con ordine, gestendo e superando l’emergenza.
Nelle stesse ore quel messaggio era arrivato a che a New York, ma il capo della polizia Bratton, che in passato aveva occupato la stessa posizione proprio a Los Angeles, lo ha giudicato non attendibile: «Era chiaro – ha detto – che a scriverlo era stata una persona che guarda troppi telefilm sul terrorismo tipo Homeland». Diversi erano gli indizi che avevano portato Bratton a questa conclusione, dal nome di Allah scritto con la prima lettera minuscola, all’uso di parole scurrili non adatte al linguaggio di un musulmano radicale. New York così ha deciso di non reagire, anche per non dare ai terroristi la conferma che ormai possono paralizzare la nostra società anche solo con uno scherzo.
Da Los Angeles, invece, il sindaco Eric Garcetti ha risposto così: «Spero che la minaccia fosse falsa, ma non potevamo correre il rischio che fosse vera». Stesso ragionamento ha fatto Cortines: «Ho deciso pensando prima di tutto alla sicurezza degli studenti».
Dopo la strage di San Bernardino, è comprensibile che le persone in posizione di potere si comportino con questa prudenza. Poco dopo l’annuncio dell’emergenza a Los Angeles, però, i simpatizzanti dell’Isis hanno creato un web forum intitolato «Panic in the American Los Angeles». I frequentatori, chiunque fossero, hanno esultato: «Grazie ad Allah, ormai gli americani vanno nel panico per tutto».