La Stampa, 16 dicembre 2015
Nella strage di San Bernardino appare sempre più importante il ruolo di Tashfeen Malik, la sposa pakistana
Tashfeen Malik forse era un’esca. Si era offerta come sposa a un americano via Internet per poter entrare negli Stati Uniti, e poi colpire secondo piani premeditati. È una delle piste più preoccupanti che sta seguendo l’Fbi, nell’inchiesta sulla strage di San Bernardino, secondo fonti in contatto diretto con gli investigatori sul terreno.
Sul piano interno, il lavoro delle forze dell’ordine finora ha confermato le rivelazioni fatte dal padre di Syed Farook, secondo cui l’autore dell’attacco era radicalizzato da tempo. Le indagini si sono concentrate in particolare sul rapporto che aveva stabilito con Enrique Marquez, forse il suo unico amico, che si era convertito all’islam e aveva acquistato per lui le armi usate poi nella strage. I due avevano discusso o pianificato un attentato già nel 2012, ma poi si erano fermati perché nell’area dove vivevano erano stati arrestati dei jihadisti locali. Ora si tratta di capire se avevano contatti organici con gruppi terroristi stranieri, oppure si erano radicalizzati autonomamente.
Cresciuta in Arabia
Qualcosa però è certamente cambiata nella dinamica delle loro vite con l’arrivo di Tashfeen, diventata il centro dell’inchiesta all’estero. L’Fbi sospetta che sia stata lei a completare il cammino sulla strada dell’estremismo già intrapreso da Syed, spingendolo fino al punto di premere il grilletto per uccidere i suoi ex colleghi. L’imam della moschea che Farook frequentava a Riverside, Mustafa Kuko, ha detto di averlo perso completamente di vista, dopo l’arrivo della moglie in America. Anche nel suo caso, però, il problema è capire se la radicalizzazione è avvenuta in maniera spontanea, oppure è stata oggetto di un vero reclutamento con lo scopo di attaccare gli Usa.
Il punto di partenza è la regione da cui proveniva, cioè il Pakistan e l’Arabia Saudita, entrambe culle del terrorismo. Tashfeen era nata in Pakistan, cresciuta in Arabia, e poi tornata in Pakistan per studiare. In particolare, dopo la laurea in farmacia a Islamabad, aveva frequentato i corsi coranici di una moschea nota per il suo collegamento con l’islam radicale. Il luogo di culto in questione si chiama al Huda, è una madrassa riservata alle donne, ed è stata fondata nel 1994 a Islamabad da Farhat Hashimi. Secondo il Wall Street Journal Tashfeen l’ha frequentata per un anno, completando gli studi coranici il 3 maggio del 2014. Otto giorni dopo aveva annunciato via email che si sarebbe sposata e trasferita negli Usa
L’Fbi non è sicura che questo sia il luogo dove è avvenuta la radicalizzazione di Malik, ma un’ipotesi di lavoro è che la ragazza fosse stata reclutata dai jihadisti fra il Pakistan e l’Arabia, con lo scopo preciso di entrare in America e lanciare attacchi. La strada da seguire era quella del matrimonio. Tashfeen infatti non frequentava un sito qualunque di «dating», ma uno specializzato per combinare le nozze fra musulmani molto credenti. I contatti qui avvengono col fine unico di sposarsi, non per uscire insieme. La ragazza avrebbe cercato un americano già abbastanza radicalizzato, affinché ci fosse una buona probabilità di intesa. Dopo il matrimonio era entrata con lui negli Usa, avviando il piano per condurre un attentato, da sola o col marito. Lo aveva convinto poco alla volta, senza rivelare di aver usato le nozze come un «cavallo di Troia», su ordine dei committenti.
Al momento per l’Fbi questa è un’ipotesi di lavoro, ma se ci fossero conferme diventerebbe una potenziale minaccia per tutto il Paese: quante altre Tashfeen potrebbero già essere entrate così? E quante sono pronte a colpire?