la Repubblica, 16 dicembre 2015
Tronca fa sapere che il concertone di Capodanno non si farà: «Non ci sono i soldi»
Spenta. Senza più feste né concerti. A Roma il Circo Massimo resterà l’antica arena di sempre ma deserta, senza palchi e bottiglie stappate a mezzanotte per brindare insieme all’anno nuovo. E così i Fori Imperiali, sgomberati da bancarelle e camion bar ma non più animati da saltimbanchi e mangiafuoco. Nessuno si ritroverà in centro, nel consueto baccanale collettivo per aspettare l’arrivo del 2016, come accade ormai da quattro lustri. E al buio resteranno pure le quattro piazze di periferia che la decaduta giunta Marino aveva immaginato piene di musica e di gente a mò di risarcimento per il lungo inverno a cui sono condannate da decenni.
La squadra di commissari che governa il Campidoglio ha deciso: in cassa non ci sono soldi per mandare avanti i servizi essenziali, figurarsi se si può spendere anche un solo euro per far baldoria. Sancendo il triste epilogo di una capitale che, dopo aver bandito la politica, adesso cancella pure San Silvestro. Tutto annullato. Niente veglioni, pubblici per lo meno. Chi vuole cantare e ballare si rivolga altrove e soprattutto paghi.
Uno scenario desolante, specie se confrontato con quanto accadrà, nonostante tutto, in giro per l’Europa. A Parigi, per cominciare, provata ma non piegata dalla strage del 13 novembre, il tradizionale spettacolo di luci illuminerà a giorno la Tour Eiffel mentre pure il programmato evento all’Arco di Trionfo resta al momento confermato. A Londra, si terranno i consueti fuochi d’artificio sul Tamigi e il festone a Trafalgar Square. A Berlino, la piazza più grande del mondo sulla Porta di Brandeburgo, popolata da stand, gastronomia, musica e concerti, dopo mezzanotte si trasformerà in una discoteca all’aria aperta. Anche per questo «la scelta del prefetto Tronca lascia sgomenti», attacca il deputato dem Michele Anzaldi, lanciando un appello ad «artisti, aziende, intellettuali, affinché scendano direttamente in campo per cercare di salvare il capodanno a Roma: valutino di offrire la propria collaborazione al ministro della Cultura Dario Franceschini per provare ad organizzare in extremis gli eventi per l’inizio del nuovo anno».
Ma il commissario del Campidoglio appare irremovibile. «Lui è un tecnico, non un politico, non deve badare al consenso», scrollano le spalle a palazzo Senatorio, «quindi niente concertone, non ci sono risorse, tutte impegnate nel severo piano di rientro necessario a chiudere il bilancio». La città però non si rassegna.
Protestano i titolari di bar e ristoranti, già in «crisi nera» per la psicosi terrorismo: «La mancanza di luoghi di aggregazione, come i concerti di piazza, provocherà un calo di flussi in centro, con ricadute pesanti anche su di noi», lancia l’allarme Alessandro Camponeschi, patron dell’omonima trattoria in piazza Farnese, chiedendo un ripensamento.
Appello subito sposato dalla politica. «Tronca non spenga la città a capodanno», esorta l’ex capogruppo pd Fabrizio Panecaldo, spalleggiato dai 18 consiglieri ormai dimessi. «Il danno per Roma sarebbe enorme». E se l’ex capogruppo di Sel, Gianluca Peciola, spara a zero («C’è un commissario che si sta occupando soltanto del Giubileo. Roma è in sofferenza. Su ogni fronte, dalla cultura alla mobilità, alla cura della città, il governo Renzi ha fallito. Tronca si faccia aiutare»), i Verdi propongono: «Perché rinunciare al concerto quando i ragazzi di Santa Cecilia probabilmente sarebbero felici di suonare gratis?». Gli unici a esultare sembrano essere gli abitanti centro storico, da sempre infastiditi dall’assedio del 31 dicembre: «Può essere un’occasione per recuperare il senso della famiglia».