SportWeek, 12 dicembre 2015
La prevalenza del procuratore calcistico
Il peso crescente sull’economia calcistica dei procuratori – che ormai vanno chiamati agenti, in molti casi addirittura agenzie – è ben descritto da un report di Jamie Jackson su The Guardian nel quale, bilanci dei club di Premier alla mano, vengono date le cifre relative alle negoziazioni del 2015 (due sessioni di mercato più gli eventuali movimenti sui contratti dei giocatori che non si sono mossi). Partiamo dal totale, che è di 129,9 milioni di sterline, al cambio circa 185 milioni di euro (d’ora in poi tutte le cifre verranno fornite in euro). L’edizione elettronica del Guardian ha l’ottima abitudine di accostare all’articolo di giornata qualche servizio attinente ripescato in archivio: facile così scoprire che sei anni fa, nel 2009, la somma delle provvigioni pagate in Premier ai procuratori sfiorava i 100 milioni (99,9). Il che significa che in un lasso di tempo tutto sommato breve la cifra è quasi raddoppiata. Colpa dei soliti sceicchi? Non direttamente: nel 2009 il Manchester City pagò commissioni per 18,25 milioni, oggi il conto si è arrestato a 17,58. Mansour versava già allora quantità esorbitanti di denaro, almeno si è fermato: quelli che oggi spendono come dannati sono ovviamente i suoi rivali diretti, ma anche i club di livello (e fatturato) assai minore, costretti però a mettersi le mani in tasca per evitare il disastro – più economico che sportivo – della retrocessione. Per dare un’idea del rapporto, le 24 società della Championship nel 2015 hanno pagato commissioni per 37 milioni, cinque volte di meno. In Inghilterra (ma anche negli altri Paesi) si retrocede in un abisso.
Ma l’aspetto più curioso, non abbastanza indagato dai media, riguarda le provvigioni pagate nel tempo. L’esempio dell’Arsenal è illuminante: quest’anno ha acquistato tre giocatori, Gabriel Paulista (19 milioni) e Bielik (3,3) in gennaio, Cech (14,1) in estate. Il suo conto è salito a quota 16,78, con un incremento di 10,7 rispetto al 2014, quando erano arrivati Alexis Sanchez (42,3), Welbeck (22,5), Chambers (22,5), Debuchy (16,9) e Ospina (4,2). In pratica, il costo messo a bilancio per i procuratori è più che raddoppiato dopo una campagna acquisti assai più oculata. Come è possibile? Col fatto che in molti contratti il compenso per l’agente assume cadenza periodica come lo stipendio del calciatore, e con la mole di commissioni che riguardano rinnovi, prolungamenti o anche semplici prestiti. Il depositato per il 2015 in Premier consiste di 1.287 transazioni, 542 delle quali riguardanti giocatori che non hanno cambiato maglia. Questo significa che frasi diventate oramai luoghi comuni come «il procuratore lo cede perché è così che guadagna i milioni» hanno perso molto del loro significato. I milioni si guadagnano pure tenendo un giocatore fermo, e incassando i frutti dei suoi rinnovi. Inserite nella cornice un caso specifico a noi molto vicino come quello di Raiola e Pogba, e avrete idea di come molte strade – malgrado ciò che si dice da anni, e cioè che il talento francese dovrà partire – rimangano aperte.