La Gazzetta dello Sport, 15 dicembre 2015
Tags : Claudio Ranieri
Ranieri mette k.o. Mourinho
Il nuovo Special è Ranieri: il 2-1 del Leicester al Chelsea è il trionfo dell’allenatore italiano. Vale oltre 5 anni di attesa. Dal 2-1 del 27 marzo 2010, in cui la Roma di sir Claudio superò l’Inter, illudendosi di poter conquistare lo scudetto, sfumato nel ko del 25 aprile successivo con la Sampdoria, i due grandi rivali non si erano più incontrati. Le strade del calcio li avevano allontanati: Mou in Spagna e di nuovo in Inghilterra, Ranieri vagabondo tra Italia, Francia e Grecia. Preceduto dalla pace, il grande giorno in questo Monday Night è finalmente arrivato: ed è finito come quel sabato pomeriggio di oltre 5 anni fa, un altro 2-1 che fa impazzire uno stadio e autorizza il Leicester a sognare. La squadra di Ranieri è prima. E questa marcia sta diventando qualcosa di serio.
If, «se», è la poesia preferita dell’allenatore Ranieri. If sta diventando il cavallo di battaglia di una squadra che per 3 mesi è stata considerata un fenomeno paranormale, ma che a questo punto va analizzata sul piano tecnico. Non puoi ritrovarti in vetta al campionato inglese dopo 16 giornate se – il solito «if» per intenderci – non hai qualità, quantità e un copione di gioco. Il Leicester possiede tutto questo. La qualità è garantita dai due uomini copertina, il centravanti Vardy e l’esterno Mahrez. Il primo è un centravanti vero. Scuola inglese, tutto corsa, cattiveria e un senso del gol che spaventa. La rete rifilata al Chelsea, la numero 15 in questa Premier, è un capolavoro di velocità, intelligenza calcistica, tecnica. L’inserimento tra i due centrali del Chelsea, Zouma e Terry, è da manuale. Il colpo al pallone perfetto: avevamo quasi dimenticato questi numeri nell’area piccola, stile Inzaghi per intenderci.
L’assist, per la cronaca, è di Mahrez. È solo il prologo di quanto accade ad inizio ripresa, quando l’algerino nato a Sarcelles, la banlieue simbolo delle periferie di Parigi, inventa il 2-0. Mahrez con un gioco di gambe manda in tilt Azpilicueta e piazza la legnata, infilando il pallone all’incrocio. Lo stadio impazzisce. Ranieri esulta come un bambino. Mourinho è una maschera di pietra. Dietro a questi gioielli, c’è il lavoro sporco di combattenti della vita come l’esterno mancino Albrighton che scarica il contagiri correndo su e giù lungo la sua corsia. C’è il senso del gioco di N’Golo Kanté, altro talento da tenere d’occhio, francese di origine maliane emerso nel Caen. E c’è lo spirito di sacrificio, in doti industriali, di gente come Huth, Morgan, Ulloa, Fuchs.
Una lezione a una squadra imborghesita e con un grande passato alle spalle come il Chelsea, dove Terry e Ivanovic sono alla frutta, Diego Costa vive il calcio come una battaglia personale, Azpilicueta è in regresso, Matic non è all’altezza dei migliori centrocampisti mondiali e Oscar è un inno all’incostanza. Mourinho ha provato a cambiare lo spartito, passando alla difesa a tre e inserendo prima Fabregas, poi Remy. Proprio il francese ha dato una scossa all’attacco, trovando il gol che ha premiato la reazione più di pancia che di testa dei Blues e dando elettricità all’ultimo quarto d’ora. La resistenza del Leicester è riuscita a controllare l’orgoglio del Chelsea e quando dopo 5 minuti abbondanti di recupero è arrivato il fischio finale, l’abbraccio tra Ranieri e Mourinho è stato un altro gesto da ricordare. E da non dimenticare sono le parole del portoghese: «Il Leicester ha meritato, c’è stato superiore in tutta la gara. I miei sono irriconoscibili, c’è gente che fatica a giocare. Hazard? Ha chiesto lui il cambio. Uno dei problemi è Costa. Gioca troppo sull’esterno e poco in area. Così non va. In allenamento le cose funzionano, in partita ci blocchiamo». Ranieri ha il sorriso che si allarga da Leicester a Roma: «Siamo stati fantastici per un’ora, poi la rabbia del Chelsea si è fatta sentire. Non siamo solo Vardy e Mahrez, tutti funzionano. Ci mancano 5 punti per la salvezza, poi vedremo».
CLASSIFICA
Leicester 35, Arsenal 33, Manchester City 32, Manchester United 29, Tottenham e Crystal Palace 26, Watford 25, West Ham e Liverpool 24, Everton e Stoke 23, Southampton 21, Wba 20, Bournemouth e Newcastle 16, Chelsea 15, Swansea e Norwich 14, Sunderland 12, Aston Villa 6.