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 2015  dicembre 15 Martedì calendario

La vita tormentata di Agrippina

Agrippina, figlia di Giulia unica figlia di Augusto, da lui confinata a Ventotene venne ospitata nella casa del nonno Augusto assieme al fratellino Agrippa (Postumo). Lì conobbe Germanico figlio di Druso eroe di guerra morto in Germania. I due si innamorarono ancora adolescenti e poi si sposarono. Era in corso la lunga e sanguinosa conquista della Germania quando nel 9 d.C. un esercito romano fu annientato dai Germani di Arminio nelle paludi di Teutoburgo. Augusto, sconvolto, decise l’arretramento del confine sul Reno. Agrippina aveva già un bambino di tre anni, ma aveva perso due fratelli, Gaio e Lucio Cesare. Per Augusto l’unico congiunto rimasto di sangue giulio era Agrippa Postumo ma il suo carattere – un bestione stupido e violento secondo il clichè diffuso dalla moglie Livia – lo rendeva improponibile per la successione. Dei figli di primo letto di Livia, morto Druso che Augusto preferiva, non restava che Tiberio. Augusto lo adottò, ma gli impose di adottare a sua volta Germanico amato dal popolo e dalle legioni.
LA SUCCESSIONE
Livia intanto continuava nel linciaggio della figura di Agrippa Postumo e convinse Augusto e ricusarne l’adozione e a confinarlo a Pianosa. Agrippina invece seguiva Germanico nelle sue campagne in Germania favorendone la popolarità fra le legioni che vedevano in lui l’erede del grande Druso suo padre. Augusto, resosi conto di essere ormai attorniato solo da claudi, in gran segreto, accompagnato dal fidatissimo Fabio Massimo, andò a Pianosa e far visita ad Agrippa. Nonno e nipote si abbracciarono piangendo. Forse l’imperatore voleva riabilitare il suo innocente nipote o voleva introdurre un “giulio” da contrapporre al “claudio” Tiberio? Non lo sapremo mai. Fabio Massimo confidò alla moglie il suo segreto e questa ne mise a parte Livia che dovette dichiarare il suo disappunto al marito. Fabio Massimo si suicidò per aver tradito la fiducia di Augusto. La sua visita ad Agrippa Postumo allarmò Livia che sosteneva Tiberio: e se il vecchio imperatore volesse riammettere Agrippa nella linea di successione? Ce n’era abbastanza, ritiene Lorenzo Braccesi nel libro Agrippina la sposa di un mito, che indaga a fondo le fonti antiche, per anticiparne la scomparsa: era ghiotto di fichi e forse a Livia venne l’idea giusta.
Intanto Agrippina è in Germania al seguito di suo marito Germanico che attraversa il Reno deciso a vendicare la disfatta di Varo a Teutoburgo. Sconfigge in due battaglie gli eserciti di Arminio ma non riesce a catturarlo e rischia un altro disastro mentre si ritira. È Agrippina a fermare i legionari in fuga sul ponte del Reno e a impedire che lo distruggano: lei incinta che ha già partorito quattro figli. Ed è sempre Agrippina a creare il mito di Germanico come eroe nazionale e come emulo di Alessandro Magno. In realtà Tiberio, succeduto ad Augusto nel 14 d.C lo aveva richiamato per evitare che affrontasse rischi mortali nelle foreste e nelle paludi germaniche. Le legioni, forse sotto istigazione di Agrippina, cercarono di acclamare Germanico imperatore ma lui si mantiene fedele allo zio e padre adottivo pur continuando a proteggerla. Agrippina allora aveva tentato una missione impossibile: armare due navi al comando di due liberti sconosciuti e liberare la madre Giulia da Ventotene e il fratello Agrippa Postumo da Pianosa per presentarlo all’esercito. Le due operazioni falliscono: Agrippa è fatto assassinare da Tiberio che poi trasferisce l’ex moglie Giulia da Ventotene a Reggio e ve la lascia morire di fame. Per Agrippina fu una nuova pugnalata. Tiberio, ipocritamente, aprì un’inchiesta per cercare l’assassino di Agrippa e nominò Germanico plenipotenziario per le province d’oltremare ma gli mise alle costole il governatore della Siria, Pisone. Agrippina seguì il marito.
L’INGRESSO IN EGITTO
Dopo un sontuoso banchetto con il re dei Nabatei, la coppia principesca entrò in Egitto, vietato ai senatori quale era Germanico senza il permesso dell’imperatore. Inoltre la coppia, ancora per ispirazione di Agrippina aveva risalito il Nilo come monarchi quali Alessandro e Cesare. Tiberio s’infuriò e forse Pisone pensò che se fosse accaduto qualcosa a Germanico a Tiberio non sarebbe dispiaciuto. Di ritorno in Siria, Germanico si ammalò e morì in pochi giorni, angosciato per la sua famiglia priva ormai di un difensore. Agrippina, disperata, espose il suo corpo nudo ad Antiochia per mostrare i segni del veleno e accusò Tiberio di essere il mandante del delitto. Cominciò fra i due una sfida senza quartiere il cui epilogo era scontato. Giunta a Brindisi con la figlia omonima, futura madre di Nerone e con il piccolo Caligola portando le ceneri del marito, Agrippina trovò ad attenderla un imponente corteo funebre che l’accompagnò fino a Roma.
IL SOMMO POTERE
Agrippina non cessò mai di indicare Tiberio come mandante dell’assassinio del marito e questo ne causò la rovina. Pisone, “scaricato” da Tiberio, si suicidò. Agrippina cercò di dar vita a una sorta di movimento di opposizione al regime ma non aveva l’abilità politica né un programma oltre alla sua inestinguibile sete di vendetta. Tiberio cercò di mostrare qualche segno di benevolenza, ma non ottenne risultati e la morte mai spiegata dell’unico suo figlio lo gettò in una cupa disperazione. Lasciò allora pieni poteri al prefetto del pretorio, Seiano, che potè giocare con Agrippina come il gatto con il topo spingendola in un abisso di paranoia e di isteria, e si ritirò a Capri. Seiano imperversò per anni fino a pensare di poter aspirare al sommo potere. Non è improbabile che ci fosse lui dietro la morte improvvisa del figlio di Tiberio e marito di Livilla, sorella di Germanico. Far morire il marito e sedurne la moglie gli sembrò facile ma ci voleva ben altro. Forse tentò con Agrippina che era vulnerabile dalla parte dei figli. Lei si rivolse all’imperatore ma Tiberio non rispose.
Seiano quindi scatenò la vendetta: fece condannare al confino a Ventotene Agrippina, ed esiliò uno dei figli a Ponza, l’altro lo incarcerò nelle segrete del Palatino. Era troppo anche per Tiberio che fece processare a mettere a morte Seiano. Egli stesso poi, preda di una totale paranoia da congiura, fece morire uno dei figli di Agrippina di fame e costrinse l’altro al suicidio. Agrippina si lasciò morire di stenti e fu sepolta in un luogo segreto. Tiberio risparmiò l’ultimo figlio di Germanico e di Agrippina: Caio Cesare detto Caligola che gli successe sul trono. Fu lui a trovare il corpo della madre e a seppellirla nella tomba di famiglia di Augusto. Vi pose un’iscrizione che la ricordava e che si trova ancora nel mausoleo. Con quello scarno testo che evoca una delle donne più grandi dell’antichità l’autore di questo libro straordinario si accommiata dal lettore.