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 2015  dicembre 14 Lunedì calendario

Sulla difesa del risparmio

La memoria corta di partiti e politici, ma anche delle authority di vigilanza, è proverbiale quanto dannosa. Fa sì che senza alcun problema si dimentichi che le norme votate dalla maggioranza dei deputati italiani al Parlamento europeo nella primavera del 2014 sui salvataggi delle banche, siano le stesse che oggi si criticano nei talk show televisivi. Il risparmio degli italiani viene usato come clava politica contro l’Ue, contro il governo e l’opposizione indifferentemente. Dimenticando che, durante la crisi dei debiti sovrani in Europa, a salvare il Paese da una situazione drammatica, e apparentemente senza via d’uscita, fu proprio la constatazione che gli italiani erano un popolo di risparmiatori. Al punto che le attività private messe da parte dai cittadini superavano di gran lunga il debito pubblico. Elemento che contribuì in maniera decisiva all’inizio di quel percorso di risanamento dei conti che ancora oggi con fatica stiamo seguendo. Per questo il risparmio privato è l’ultima cosa da mortificare nel nostro Paese. Pensavamo che dopo gli scandali Parmalat, Cirio, Giacomelli, bond argentini, le norme varate in grande quantità potessero salvaguardare i risparmiatori. Ancora una volta abbiamo invece visto prevalere il formalismo. Fatta la legge o varata la circolare, immediata la rimozione. Riportandoci ancora una volta al problema di fondo del paese: la responsabilità di chi ricopre incarichi pubblici. Responsabilità non sentita come forte dedizione allo Stato e ai cittadini (che significa non chiedere loro di informarsi ma di aiutarli a informarsi), quanto salvaguardia esclusiva del proprio ruolo e posizione. Vogliamo pensare che gli ultimi avvenimenti, anche tragici, spingano chi ha deciso di ricoprire incarichi pubblici, siano politici o all’interno di autorità, a tenere presente in ogni momento della giornata il loro compito. Che è quello di salvaguardare la comunità e i cittadini. E devono farlo non in modo burocratico. Possiamo sperarlo?