Corriere della Sera, 14 dicembre 2015
Il commento al campionato di Mario Sconcerti
La grande giornata finisce a favore di Inter e Juventus, in questo momento le due migliori. La Juve soffre molto ma quasi soltanto da un punto di vista nervoso. La Fiorentina è appiccicosa e limitata. Non riesce a fare un tiro in porta, è brava nel tocco corto, ma subisce alla lunga la forza fisica della Juve. Nel gol che decide la partita, Mandzukic prima e Pogba poi vanno dentro lo spazio quasi a spinte. Non è molto diversa dall’Inter questa Juve che si riprende una parte di campionato. Non ha un gioco lineare, non è bella per lo spettacolo, ma usa ogni attimo della partita e lo porta a propria misura. Il piccolo segreto di queste sei vittorie consecutive sta nella voglia che hanno tutti di correre. La Fiorentina è celebre per attaccare alti i suoi avversari, stavolta non c’è quasi mai riuscita. La Juve non permetteva di pensare a nessuno dei suoi fantasisti. Tatticamente la mossa giusta è stata scegliere Cuadrado.
La sua sola presenza ha tolto alla Fiorentina la corsa di Alonso, l’unico vero schema che ha a sinistra. Così, questo campionato squilibrato e a tratti molto brillante, torna lentamente in mano al vecchio calcio di spalla, quasi un lungo confronto individuale che alla fine porta all’episodio decisivo. Inter e Juventus sono le più adatte a questo, l’Inter per giocatori, la Juve per la continuità della sua esperienza e per le vie diverse che sa trovare al gol. L’impressione in questa vigilia di Natale è che siano diventate le più forti, con sei punti in più per l’Inter. Perché questo è il punto: i risultati portano comunque l’Inter in fuga. E nessuno è più sfiorato dal dubbio che non meriti, che non sia all’altezza. Sembra stanco il Napoli, soffocato dalla smania difensiva della Roma, ma mai primo sui secondi palloni, cioè le respinte del primo attacco, quelle che danno il segno di un pressing reale. Oscurato Higuain, non c’è stato un vero tiro in porta. In due partite l’Inter ha preso 5 punti al Napoli e 5 alla Roma. L’aria cambierà, cambia sempre in qualche modo, ma l’impronta adesso è molto decisa. Si arrabbia Mihajlovic con gli arbitri, segno che la crisi è vera. Se si parla di calcio, il Milan del Verona ha molto su cui riflettere.