Corriere della Sera, 14 dicembre 2015
Saranno vietati i bond subordinati allo sportello
Un sistema bancario solido e sano, dove la scarsa trasparenza nei confronti dei risparmiatori non dovrà più ripetersi. L’obiettivo è che non si replichino vicende analoghe a quella dei 10 mila risparmiatori rimasti scottati all’indomani del salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Chieti e Carife. A spiegarlo dal palco della Leopolda a Firenze è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. «Ci sono situazioni che vanno cambiate e responsabilità diffuse di chi ha gestito i rapporti con i risparmiatori, magari non fornendo tutte le informazioni. Le responsabilità saranno valutate caso per caso – spiega Padoan – ma saranno presi provvedimenti per evitare che queste cose possano succedere di nuovo». La valutazione caso per caso servirà da un lato ad accertare le responsabilità e dall’altro «a decidere i termini del risarcimento». Le modalità, i criteri e la tempistica dei rimborsi saranno stabiliti da un decreto del governo, ma già è chiaro che avranno diritto a un ristoro coloro che risulteranno davvero essere stati raggirati. Padoan conferma la sua assoluta fiducia nei vertici di Bankitalia e Consob, ossia le authority a cui si rimprovera una vigilanza inadeguata. Il ministro, poi, rivendica l’intervento di salvataggio che ha portato ad avere «quattro nuove banche con i bilanci puliti», aggiungendo, «le misure che il governo ha preso hanno permesso di salvare un milione di depositanti, 12 miliardi di euro di depositi, 200 mila imprese che hanno credito con i quattro istituti e 6 mila lavoratori del sistema bancario». Una rivendicazione corredata dalla conferma che «il settore bancario italiano è solido e ha superato la grande recessione, senza interventi pubblici», conclude. Nel retro del palco della Leopolda Padoan ieri ha incontrato una delegazione degli obbligazionisti che hanno perso tutto.
E lo sconforto dei risparmiatori trova riscontro nelle parole del direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi. A via Nazionale si dicono «angosciati» per la vicenda dei 10 mila sottoscrittori di obbligazioni subordinate, emesse dai quattro istituti di credito. Al punto che Rossi, durante un’intervista tv a «In ½ ora», chiarisce l’urgenza «che per i prodotti, come le obbligazioni subordinate, venga vietata per legge, la vendita allo sportello, al dettaglio». Il direttore generale di Palazzo Koch concorda sull’avvio di una commissione di inchiesta che indaghi sulla vicenda. «Mi piace molto l’idea», aggiungendo che «serve una riforma che porti tutte le banche di credito cooperativo a unirsi in un contenitore». Rossi si tiene alla larga dall’attacco politico che sta investendo il ministro Maria Elena Boschi per gli eventuali conflitti di interesse alla luce delle cariche rivestite dal padre fino al 2014 in Banca Etruria. Atteggiamento diverso da quello di Padoan che liquida la questione come «sciacallaggio nei confronti di una persona perbene come Maria Elena», confermando la volontà del governo di blindare il ministro.
Intanto ieri le quattro banche hanno fornito il dettaglio sui dati relativi alle obbligazioni subordinate emesse. Metà delle emissioni è andata a investitori istituzionali. I risparmiatori retail sottoscrittori di quel tipo di prodotto finanziario, invece, sono in tutto 12.500 (ma solo 10.559 sono clienti degli istituti salvati dal decreto) per un controvalore di 431 milioni di euro (329 milioni il controvalore per la clientela della 4 banche). I casi più delicati riguardano 1.010 obbligazionisti con patrimoni inferiori a 100 mila euro e che hanno visto sfumare oltre la metà dei loro investimenti. Il controvalore per questi ultimi è pari a 27 milioni, un importo coperto dal Fondo di solidarietà da 100 milioni previsto dal governo nel pacchetto di emendamenti andati al voto in commissione alla Camera durante la notte. Le banche interessate dal salvataggio fanno sapere pure che per 8.020 clienti obbligazionisti il valore dell’investimento vale meno del 30% dei loro impieghi. Nel dettaglio fornito è anche specificato che oltre la metà delle obbligazioni collocate sul mercato retail sono finite a 2.450 clienti con patrimoni investiti presso le banche superiori a 250 mila euro.