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 2015  dicembre 14 Lunedì calendario

Arisa, Patty Pravo, Neffa... Il mosaico pop di Carlo Conti per Sanremo 2016


Anche l’ordine di annuncio dei gareggianti ha un suo senso, politico, nel pittoresco mondo del Festival di Sanremo. Così l’improbabile e non eccitante coppia resa nota per prima alla pensosa «Arena» di Giletti, ieri dal direttore artistico Carlo Conti – quella di Deborah Iurato e Giovanni Caccamo – ha aperto la sfilata dei nomi dei Big soprattutto per ricordare che Maria De Filippi aveva invitato i suoi ragazzi a lasciar perdere questa volta Sanremo: e invece la vincitrice 2014 di Amici, appunto questa Iurato, se n’è impippata della sua raccomandazione. 
Gli ultimi annunciati, invece, sono quelli accolti con uguale allegria dal colto e dall’inclita, gli Elio e Le Storie Tese: che in questo circo sempre più bislacco e inspiegabile (tutto fuorché un festival di canzoni) si trovano perennemente a proprio agio. Anzi il cast del Festival 2016, così com’è uscito, potrebbe esser stato ideato da Rocco Tanica stesso, magari ispirato dalle immagini di Elio in mutande che hanno chiuso X Factor 9. 
Va bene che il Sanremone dev’essere rappresentativo di tutto il pubblico che segue (ormai molto distrattamente, e c’è da capirlo) il pop nazionale, ma siamo proprio alla frutta. Qui di rappresentativo dell’ormai sparuto mondo degli autentici Big italiani (quelli che han qualcosa da dire, una storia, uno stile) c’è ben poco, il minimo sindacale per non essere presi a pernacchie. 
I conti sono presto fatti. Otto su 20, il 40%, sono nati con i talent. Appunto Iurato (con Caccamo), poi Noemi, Lorenzo Fragola, Annalisa, Valerio Scanu, Francesca Michielin e i Dear Jack. Per questi ultimi, viene addirittura messa in campo una maliziosa narrazione: nel senso che ci sono in gara sia Alessio Bernabei, il vocalist che se n’è andato dai Dear Jack qualche mese fa per diventare solista, sia i Dear Jack medesimi, che lo hanno rimpiazzato con Leiner Riflessi. Che cosa ci sia di Big, finora, lo sa solo Carlo Conti, e comanda lui.
Solo quattro, il 20%, sono figli di Sanremo Giovani: Dolcenera, Rocco Hunt, Giovanni Caccamo, Arisa. E soltanto Arisa ha finora raggiunto uno status di interprete compiuta, con le sue stranezze sopra le righe ma mai senza ragione.
È la festa della tv
I nomi consolidati, con successi e anni alle spalle, sono gli Elii, la Divina Patti Pravo che fa 50 anni di carriera, Enrico Ruggeri, gli Stadio con dentro quella perla di Curreri prolifico autore di Dalla o di Vasco. E anche Neffa, lui sì una sorpresa perché è un artista vero e sghembo, appartato, che ha scelto la strada dei singoli e il cui recente album non è stato troppo ascoltato. 
Outsider, infine: Irene Fornaciari che per sua sfortuna artistica è penalizzata in quanto figlia di Zucchero (il cui figlio maschio, Blu, sembra dare il titolo alla di lei canzone), Zero Assoluto (uno, Matteo, è figlio di Mario Maffucci, a lungo capostruttura Rai del Festival), il rapper Clementino che piace molto alla gente che piace, e infine gli storici Bluvertigo di Morgan, da poco riuniti. Tenendo conto che Morgan ed Elio sono/sono stati giurati di X Factor, che Scanu è una star di Tale e Quale, questo Sanremo 2016 è un enorme, autoreferenziale concentrato di tv, al quale della musica popolare non potrebbe importare di meno.