Corriere della Sera, 14 dicembre 2015
La serata di Raiuno dedicata a Bocelli è stata un disastro
Se fai un programma su Andrea Bocelli non devi aver paura del kitsch, delle grandi marce verso la «bellezza», del potere consolatorio del bel canto, della sfacciataggine estetica, del desiderio di guardarsi allo specchio dei media e di riconoscervisi con commossa soddisfazione.
Se fai un programma su Andrea Bocelli (doveva lanciare il suo ultimo album di colonne sonore, Cinema, prodotto da Tony Renis) e lo fai condurre da Massimo Giletti in smoking dall’Auditorium Rai di Napoli, ti puoi solo aspettare un prodotto senz’anima, totalmente privo di ritmo, abborracciato, a tratti persino imbarazzante: modesta la regia di Giovanni Caccamo, pessimo il montaggio che avrebbe dovuto salvare capra e cavoli. Giletti, poi, conduce come cammina, a passettini (Rai1, venerdì, 21.20). Il programma era costruito sull’accumulo, una brutta copia dei concerti tv di Pavarotti. Per rendere pop l’offerta, l’unica strada praticata è quella del duetto: con Arisa, Lola Ponce, Ariana Grande, Noa, Rita Ora (che disastro!), Rocco Papaleo… A un certo punto è apparsa persino Belén che ha tentato di ballare con Gonzalo Higuain (che disastro!). Hanno cantato anche la moglie e la piccola figlia di Bocelli. A metà trasmissione è apparso Christian De Sica. Improvvisamente il tono è salito, i dialoghi si sono fatti più serrati e spiritosi, il carisma dell’ospite ha offuscato quello piccolo piccolo del conduttore.
Ma ci voleva molto a far condurre «Il mio cinema» da De Sica? È irrispettoso chiedere alla nuova dirigenza Rai di mettere ai posti di comando persone che capiscano qualcosa di tv? Oltre tutto, nell’insipienza è stata trascinata anche l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Carlo Bernini. Ospite d’onore della serata, Sophia Loren.
Con tutto il rispetto, ma quando la vedo mi viene sempre in mente la battuta di Bruno Cortona (Vittorio Gassman) ne Il sorpasso: «La Loren la metto tra le tombe etrusche e il monte Fumaiolo».