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 2015  dicembre 14 Lunedì calendario

Marion e «certe vittorie vergognose»

Chissà quanto hanno contribuito alla sconfitta di Marion Maréchal-Le Pen gli stucchi e le boiserie di villa Masséna, costruita alla fine dell’Ottocento dal duca di Rivoli e principe D’Essling. È in questo decoro Belle Epoque che Christian Estrosi, sindaco di Nizza nonché vincitore ieri sera del secondo turno delle regionali in Provence-Alpes-Côte d’Azur, ha deciso di aprire un seggio per invogliare anche i meno motivati a recarsi al voto. Per battere la bionda Marion, ultima creatura del clan della destra xenofoba, il conservatore Estrosi doveva infatti mobilitare l’elettorato dei Républicains ma, soprattutto, quello socialista, rimasto orfano del suo candidato al primo turno. Era una sfida difficile la sua, poiché al primo turno la candidata del Front aveva trionfato con un prodigioso 41,5 per cento dei consensi. Ribaltando i risultati di domenica scorsa, Estrosi ha vinto la sua scommessa, conquistando il 54% delle preferenze contro il 46% della Maréchal-Le Pen.
Ieri mattina, nella ricca quadreria di villa Masséna, tra libri rilegati in pelle e preziose porcellane di Limoges, la signora Geneviève aveva predetto il risultato. «Mi sembra scontata l’elezione del sindaco a Presidente di regione, perché la vittoria di Marion al primo turno ha spaventato molti di noi. E sono certa che quel risultato risveglierà la coscienza dei francesi e che contro l’odio del Front National prevarrà l’unione dei partiti democratici», ci ha detto questa insegnante in pensione, venuta a votare assieme ai nipotini. «Spero solo che, una volta eletto, Estrosi non si dimentichi chi oggi l’ha aiutato in questo frangente». Ora, le sue prime parole da neo presidente, Estrosi le ha dedicate all’insieme delle forze che l’hanno portato alla vittoria: républicains, socialisti e verdi, compresi i più radicali, quelli dell’Alleanza ecologista indipendente, ai quali la settimana scorsa per guadagnare i voti ha promesso la creazione di un Istituto regionale dell’ecologia. «Sono consapevole delle mie responsabilità e sarò un Presidente attento alle esigenze dei 5 milioni di francesi che vivono nella mia regione», ha dichiarato Estrosi, galvanizzato per aver guadagnato quasi 30 punti percentuali rispetto al mediocre 26 per cento ottenuto al primo turno.
Quanto a Marion, proprio com’è accaduto alla zia Marine nel Nord-Pas de Calais-Picardie, non ce l’ha fatta a vincere da sola contro tutti. Dopo la grande illusione del primo turno, le due candidate del Front sono state entrambe battute da quelli della destra di Sarkozy, i quali hanno potuto trionfare solo grazie al riporto dei voti della sinistra. E verso le 22.30, quando finalmente si presenta nel suo quartier generale di Marsiglia, lo stesso dove la settimana scorsa i suoi sostenitori avevano stappato champagne, Marion ha i tratti tirati. Appena sale sul palco, attacca il sindaco di Nizza: «Cari elettori non siate tristi, perché ci sono vittorie vergognose, perché è troppo facile vincere quando si è dieci contro uno. Contro di me hanno usato calunnia, bugie, clientelismo. Ma non ci spaventano. Da quest’elezione usciremo più forti e più combattivi».
Parole analoghe a quelle espresse da Marine poco prima, la quale, pur da perdente ha insistito sullo straordinario risultato ottenuto nel nord della Francia. La segretaria del Front ha anche ringraziato gli oltre 6 milioni di francesi che hanno votato Fn e «hanno saputo rifiutare intimidazioni e manipolazioni». Ha arringato i sostenitori delusi ma ugualmente in delirio per lei perché «la lotta va avanti ed è necessario continuare a combattere».
La sconfitta della giovane Marion – 26 anni giovedì scorso – può spiegarsi anche con l’appello del mondo della chiesa a sbarrare la strada al Front National, poiché al primo turno sono stati proprio gli elettori cattolici coloro che hanno mediamente votato più numerosi per le liste dell’estrema destra. Rispetto alle elezioni dipartimentali dello scorso marzo, la loro adesione è passata dal 9 al 24 per cento. La chiesa d’Oltralpe è dunque corsa ai ripari, sostenendo che «il discorso del Front National non è compatibile con il messaggio d’amore di Cristo e del Vangelo, perché mette al centro della sua politica l’odio per l’altro e il suo rigetto». Ora, proprio Marion, cattolica praticante, ha cercato di reclutare il suo elettorato anche tra i più religiosi. Come dice l’avvocato Guy Aurenche, presidente di un comitato cattolico per lo sviluppo e contro la fame nel mondo, «quest’appello è servito anzitutto a opporsi al disonesto recupero da parte della candidata frontista». Quanto a Marine, anche se non è riuscita a aggiungere nessuna regione alle 11 città che il suo partito già amministra, potrà comunque partire da una buona base di consensi per lanciare la sua candidatura alle presidenziali del 2017.