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 2015  dicembre 12 Sabato calendario

L’Egitto vuole dar da mangiare ai russi (e anche vestirli)

Uniti nella tragedia del Sinai, dove l’Airbus 321 della compagnia russa Kogalymavia fatto esplodere dall’Isis ha causato 224 morti, Egitto e Russia sono pronti a rafforzare la loro collaborazione. Il Cairo, infatti, tende la mano a Mosca per far fronte alle sanzioni che Vladimir Putin ha voluto infliggere alla Turchia dopo che l’Aeronautica militare di Tayyip Erdogan ha abbattuto un Sukhoi Su-24 impegnato nella missione russa in Siria.
Il Cremlino, tra le varie misure prese contro Ankara, ha posto l’embargo su una serie di prodotti alimentari turchi: carne, latticini, pesce e frutti di mare, noci, frutta e verdura. Prodotti che l’Egitto sarebbe pronto a rimpiazzare, come ha confermato il ministro del commercio egiziano, Tarek Kabila, durante un incontro con il suo omologo russo Denis Manturov.
«L’Egitto è interessato a coprire le esigenze del mercato russo, in particolare sostituendo i beni forniti dalla Turchia, dopo la decisione russa di limitare le importazioni turche di frutta e verdura, così come per gli articoli di abbigliamento». La proposta egiziana piace a Mosca. Lo stop alle importazioni turche scatterà il primo gennaio prossimo, e Manturov crede sia possibile sostituire le produzioni turche con quelle egiziane. Ma il ministro del commercio e dell’industria della Federazione russa ha ricordato anche la pista autarchica seguita dal governo. «La produzione di questi prodotti è in rapido sviluppo nel nostro paese, ma naturalmente gli stati nostri amici sono pronti a sostituire le forniture turche con i loro prodotti».
E a novembre Mosca e Il Cairo hanno siglato un altro importante accordo in campo energetico, frutto di un negoziato portato avanti da Putin e Abdel Fattah al-Sisi: la realizzazione della prima centrale nucleare in Egitto, un progetto che sarà finanziato dalla Russia con un prestito da 23 miliardi di euro, in grado di coprire l’85% dell’investimento.
Tornando alle sanzioni contro la Turchia, il ministro dell’agricoltura russo Aleksandr Tkachev afferma che i russi non sentiranno la mancanza dei prodotti turchi, perché oltre l’Egitto anche Azerbaijan, Uzbekistan e Marocco sono pronti a sostituire le importazioni da Ankara. Nella terra dei faraoni sono presenti aziende italiane che hanno investito nell’agricoltura egiziana puntando sulla possibilità di avere prodotti ortofrutticoli durante tutte le stagioni e a costi di produzione inferiori. Anche queste realtà potrebbero beneficiare di un aumento delle importazioni da parte di Mosca.