Il Sole 24 Ore, 12 dicembre 2015
Cosa sapere per ottenere un risarcimento
Il Governo vara un fondo di solidarietà con una dote iniziale di 100 milioni, anche a carico delle banche, per i bondisti i cui subordinati emessi dalle quattro banche “salvate” (Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti) sono stati azzerati. Sarà l’Arbitro Consob, il nuovo organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie atteso da anni, a decidere chi vi potrà accedere. In attesa delle regole attuative che verranno definite da un prossimo regolamento del ministero dell’Economia, analizziamo le scelte a disposizione dei risparmiatori coinvolti dalla “risoluzione” delle banche in base agli strumenti detenuti.
Azionisti. Non saranno risarciti dal fondo. Possono fare causa, ipotesi di cui parliamo in seguito.
Obbligazionisti subordinati. Chi deteneva bond “sub” delle quattro banche (10.500 risparmiatori per 340 milioni sui 768 dei titoli “azzerati”, senza considerare chi li ha acquistati sul secondario) deve verificare dai codici Isin dei propri titoli (disponibili sull’estratto conto titoli) se sono stati azzerati o sono in liquidazione nella vecchia banca (l’elenco è stato pubblicato da Plus24). Se il bond è stato azzerato e il risparmiatore intende chiedere l’indennizzo al fondo governativo, dovrà fare domanda secondo le procedure che verranno indicate. Fino a ieri sera era ipotizzato un rimborso solo per i bondisti “indigenti” in base all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ma l’ipotesi è in attesa di conferma. In alternativa può fare causa. Se il bond invece è in liquidazione, può decidere se attendere il riparto di eventuali plusvalenze o seguire la via giudiziaria.
Bond senior. I detentori di questi bond non sono coinvolti, cedole e rimborso del capitale a scadenza sono pagati della nuova banca.
Correntisti. Non sono stati toccati e sino a 100mila euro per depositante (da moltiplicare per il numero dei cointestatari in caso di conti cointestati) sono comunque garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Attenzione a diffondere ipotesi allarmistiche sulle “nuove banche”: l’articolo 2637 del Codice Civile stabilisce che «chiunque diffonde notizie false o pone in essere operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a … incidere in modo significativo sull’affidamento che il pubblico ripone nella stabilità patrimoniale di banche o di gruppi bancari, è punito con la pena della reclusione da uno a cinque anni».
Azioni legali. Vanno valutate con molta attenzione: alcuni promettono soluzioni “miracolistiche” ma non vi sono garanzie. Conferire mandati o versare caparre a chi non ha esperienza è un errore. La legge non ammette ipotetiche class action. Nelle cause civili per risarcimento danni si ha l’inversione dell’onere della prova: tocca alla banca dimostrare di non aver danneggiato i risparmiatori. In passato le banche hanno dovuto risarcire risparmiatori per violazioni delle norme di informativa e trasparenza pre e postcontrattuale, violazione della Mifid su adeguatezza e appropriatezza dell’investimento al profilo di rischio del risparmiatore, inosservanza di norme formali (in sede o fuori sede), ad esempio sulle firme, ma anche regole generali sulla volontà del cliente. La sentenza del tribunale di Appello di Torino n. 462/15 del 2 marzo 2015 ha stabilito che se anche il cliente ha firmato la clausola di conoscenza del prospetto informativo, la banca ha comunque l’obbligo di dimostrare di aver “adeguatamente informato il cliente circa le caratteristiche e i rischi” del prodotto finanziario collocato. Occorre chiedere alla banca tutta la documentazione sugli investimenti (ordini, contratti, documenti, prospetti, formulari Mifid) e poi inviare reclamo scritto alla banca che deve rispondere entro 30 giorni. In caso di mancato accoglimento, ci si può rivolgere a un organismo di risoluzione alternativa delle controversie, come il nuovo Arbitro Consob. Intanto l’associazione di risparmiatori Aduc ha organizzato un servizio gratuito di primo intervento legale per chi è stato coinvolto in questa vicenda. Altre, come Federconsumatori, hanno mandato i propri legali a contattare i risparmiatori coinvolti in assemblee sui diversi territori.