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 2015  dicembre 12 Sabato calendario

Piccolo dizionario per capire meglio questa vicenda di banche, bond e fallimenti

Bail-in
Si traduce in “garanzia interna”. Significa che nel caso di salvataggio di una banca dovranno intervenire i suoi azionisti, obbligazionisti e nei casi estremi anche i correntisti (solo per la parte che eccede i 100 mila euro). La nuova regola scatta l’1 gennaio. Sostituisce il bail out con cui, prima, interveniva lo Stato e il sistema (con i soldi pubblici).
Conti correnti
Cambiano le regole: dall’1 gennaio potranno essere chiamati a soccorrere le banche nei guai. Solamente quelli sopra i 100 mila euro però e per la parte che supera questo tetto. Per esempio, con 10 mila euro se sul conto corrente ci sono 110 mila euro.
Diversificazione
È uno dei fari che bisogna avere a mente quando si investe: non mettere tutti risparmi nella stessa cesta ma distribuirli su più panieri (per esempio titoli di Stato, azioni di più Paesi o settori, bond di varie società) in modo da spalmare il rischio ed evitare di perdere tutto in un colpo solo. Meglio avere anche il conto corrente in più banche. Sbagliatissimo investire tutti i propri risparmi nelle azioni o obbligazioni della banca in cui si ha il conto corrente.
Fondo “di ristoro”
È un fondo a cui il governo sta lavorando per aiutare i risparmiatori coinvolti nel caso delle quattro banche “salvate”. Ancora non sono definiti i dettagli. Prende piede l’ipotesi che i risparmiatori (sono 30 mila quelli rimasti con il cerino in mano) debbano presentarsi davanti a un arbitrato, cioè un arbitro, che deciderà in base ai singoli casi (reddito, quantità di soldi investiti, anno in cui è stato fatto l’investimento, e se erano consapevoli del rischio e quindi se sono stati truffati). Non tutti però saranno salvati e non tutto il capitale sarà coperto.
Mifid
È una delle direttive più noiose introdotte da Bruxelles. Incomprensibile ai più già nel suo acronimo inglese (sta per Market in Financial Instruments Directive) regola gli strumenti di investimento in Europa. Per i risparmiatori è diventata attuale perché ha imposto una regola salva-risparmi: chi vende strumenti di investimento, come per esempio i consulenti di banca, deve prima accertare che tipo di investitore ha davanti, se è un esperto, un mezzo conoscitore della materia o un risparmiatore che non ha abbastanza conoscenze sui mercati e che quindi non deve essere messo a rischio con prodotti pericolosi. Un questionario compilato dal 2007 in poi da ogni risparmiatore ha dato il voto a ciascuno di noi. Nero su bianco.
Obbligazioni
Sono un prestito che i risparmiatori fanno a una società (corporate bond) o a uno Stato (Btp, Bund e così via) in cambio di una cedola periodica. Sono tra gli strumenti più semplici per gli investitori ma nella categoria ci sono molte gradazioni che possono trasformarsi in vere trappole come purtroppo in questi giorni hanno imparato, sulla propria pelle, molti pensionati delle quattro banche in crisi.

Prospetto informativo
Ogni obbligazione ha il suo prospetto informativo cioè un manuale che spiega nel dettaglio di che tipo di strumento si tratta. Purtroppo il linguaggio è sempre molto tecnico e di difficile comprensione anche per i professionisti della finanza. Va sempre a finire che nessuno se lo legge. Dice però anche di che tipo di obbligazione si tratta. Già nelle prime pagine.
Subordinate
È il termine del momento. È una delle classificazioni delle obbligazioni (o bond). In pratica un’obbligazione subordinata, come rivela il nome stesso, è quella che verrà ripagata solo dopo altre che hanno la precedenza nel caso la banca finisca nei guai. È uno strumento ad alto rischio che non si adatta a investitori prudenti. Le obbligazioni senior invece sono quelle che vengono rimborsate prima. Sono meno a rischio ma certezze non ce ne sono.
Titoli dossier
Da non confondere con il conto deposito. È quel “fascicolo” nella nostra banca in cui sono raccolti tutti gli strumenti di investimento che abbiamo sottoscritto. Per esempio azioni, Btp, obbligazioni, fondi, polizze e quant’altro. Sull’ammontare contenuto in questo “fascicolo” e che è collegato al nostro conto corrente non viene decurtato nulla in caso di difficoltà serie della nostra banca perché è un “recipiente” totalmente separato da questa. Fanno eccezione, come si è visto, le obbligazioni della stessa banca e le sue azioni (non i suoi fondi d’investimento).