la Repubblica, 12 dicembre 2015
È finito in carcere Guo Guangchang, il “Warren Buffett cinese”
L’irresistibile ascesa del “Warren Buffett cinese” è terminata giovedì pomeriggio all’aeroporto di Shanghai. Guo Guangchang, 48 anni, numero 17 nella classifica dei 596 miliardari del Dragone, è stato bloccato dalla polizia mentre si apprestava a decollare verso Hong Kong, capitale finanziaria ormai sotto il controllo di Pechino, ma dove la spettacolarità di una simile azione sarebbe stata imbarazzante anche per gli agenti del partito-Stato. La liturgia della «scomparsa», in una nazione dove la magistratura è la «longa manus» del potere, prevede un esito già scritto: il fondatore e azionista di riferimento del gruppo Fosun, primo conglomerato privato cinese avviato nel 1992 assieme ad altri studenti, sarà presto accusato e condannato per corruzione. Dopo essere dato per “scomparso”, il miliardario sembra che stia collaborando, dice un comunicato del suo gruppo, con le autorità giudiziarie. Guo Guangchang, che in Cina controlla un impero fondato su immobiliare, assicurazioni, siderurgia, commercio al dettaglio e intrattenimento, è un protagonista dei mercati anche in Europa. Lo scorso febbraio, dopo una battaglia a colpi di rialzo durata quasi due anni, ha soffiato il Club Med alla cordata italiana di Andrea Bonomi, valutando il gruppo francese 939 milioni di euro. L’interesse di Fosun per Club Med risale a cinque anni fa e prende atto di un’altra realtà dirompente: il boom del turista medio cinese, con oltre 100 milioni di viaggiatori all’estero nel 2015. In giugno Guo Guangchang, proprietario della rivista Forbes che stila la classifica degli uomini più ricchi del mondo, ha così rilevato pure il 5% del tour operator britannico Thomas Cook, che si è aggiunto al controllo del canadese Cirque du Soleil. A fine luglio l’ultimo colpo: palazzo Broggi in piazza Cordusio a Milano, storica sede di Unicredit, acquistato per 345 milioni di euro per essere trasformato in hotel di lusso. Appena le voci del fermo si sono diffuse, i titoli del gruppo Fosun hanno perso l’11,4% prima di essere sospesi sia a Shanghai sia a Hong Kong. La fortuna personale di “mister Club Med” è valutata 5,6 miliardi di dollari, il valore del gruppo Fosun è stimato in 160 miliardi, 7,8 l’attivo. I collaboratori hanno tentato invano di contattare Guo Guangchang, interrogato in un luogo ignoto. Voci di una sua caduta in disgrazia circolavano da quando il suo alleato Wang Zongnan, patron della catena di grande distribuzione Bailian, era stato condannato a 18 anni per corruzione. Gli inquisiti per corruzione sono 138 mila e il «volo dal balcone» è diventata una delle prime cause di morte tra colletti bianchi e manager. A fine novembre i vertici delle più importanti agenzie di brokeraggio sono stati messi sotto inchiesta. A inizio settimana, inquisito per corruzione, si è dimesso Zhang Yun, capo di «Agricoltural Bank of China», quarto istituto del Paese e tra i più capitalizzati al mondo. Ora a cadere è la testa dell’imperatore più occidentalizzato della finanza cinese.