la Repubblica, 12 dicembre 2015
L’attesa della sentenza a casa Poggi
A casa di Chiara ieri doveva arrivata un’ospite: la giustizia. «La aspettiamo da 8 anni e mezzo… ot-to-an-ni…», scandisce Rita Poggi mentre il canale all news aggiorna in tempo reale le notizie in arrivo dal Palazzaccio. Ma la giustizia deve ancora attendere, e solo Rita e Giuseppe sanno quanto può essere duro questo infinito supplizio di pena. Ancora un giorno, ancora una notte e sarà senza sonno anche questa. Poi la sentenza arriverà (oggi, ndr). «La mia Chiara ha diritto ad avere giustizia. Anche se è stata una giustizia lunga, spero che presto abbia un po’ di pace, e noi con lei, anche se il dolore brucerà dentro tutta la vita» si è sfogata mamma Rita con chi ha trascorso queste ore con lei, assieme al marito e al figlio Marco. Fuori è buio e freddo, l’assedio di cronisti e cameramen davanti a casa Poggi a Garlasco va avanti dal mattino, ma Rita e Giuseppe avevano avvisato: la solita pazienza cortese, il garbo. «Finché non arriva la sentenza non diciamo niente, non sarebbe giusto…». Sono custodi di un’etica faticosa ma esemplare i genitori di Chiara Poggi: e riescono a esserlo fino alla fine. Anche quando arriva la notizia della dura requisitoria del procuratore generale ed è un colpo inatteso. «O giustizia per sempre o ingiustizia per sempre», era stato il ragionamento della madre di Chiara alla vigilia dell’udienza in Cassazione. O dentro o fuori, perché dopo tutto questo tempo sospeso è disumano dover continuare a pazientare. «Spero che Chiara guidi i giudici verso la verità». Molte cose sono successe da quella mattina d’agosto: e i pensieri mano a mano hanno lasciato spazio alle certezze. Dell’innocenza di Alberto, l’ex fidanzato di sua figlia che il giorno del funerale teneva sotto braccio questa donna forte e dignitosa e abbassava gli occhi stretto in una camicia scura, dell’innocenza di quel ragazzo Rita non è più convinta da tempo. Ma su questo tasto non ha mai voluto spingere, lasciando piuttosto che fossero i fatti a parlare: gli atti, le verità giudiziarie. Non hanno voluto andare a Roma i Poggi. Hanno preferito aspettare qui, nella casa di Garlasco dove sono tornati a vivere. La giornata è trascorsa così, davanti alla tv e al telefono: gli sms con Gianluigi Tizzoni, il legale di famiglia, e con Paolo Reale, cugino di Chiara, l’ingegnere informatico incaricato delle perizie sul pc di Stasi. I nervi tesi fino alle 22.15. Poi l’annuncio: «La sentenza è rinviata a domani».