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 2015  dicembre 11 Venerdì calendario

I tedeschi disertano il Giubileo: non temono i terroristi ma i romani

Quando nel 1510, a 27 anni, Martin Lutero andò a piedi dal cuore d’Europa fino a Roma, non aveva mai visto il mare. Ma non si stupì per le onde del Tirreno a Ostia. Si scandalizzò, si racconta, per i traffici dei preti nella città eterna, che vendevano il paradiso a chi poteva pagarne il prezzo.

Più leggenda che verità, non importa. Il Giubileo si è aperto, ma i tedeschi non sono tentati di venire a Roma, neanche con un volo low-cost.
I miei amici berlinesi innamorati dell’Italia mi mettono sempre in imbarazzo. Mi parlano di chiese romane dove sono custoditi capolavori, un Caravaggio, un Tiepolo, come?, non ci sono mai stato? Inutile mentire, dal mio sguardo intuiscono che ignoro di cosa parlino. Conoscono la città meglio di me. E Venezia, e Firenze, o Siena. Hanno visitato persino il museo egizio di Torino. Ci sono stato anch’io, l’unica e ultima volta nel 1963. Amano l’Italia, alcuni hanno una Haus in der Toskana, un casale nella terra di Herr Renzi, come era intitolata una fortunata serie tv sul sogno non per tutti possibile dei prussiani. O in Umbria, o nelle Marche. E tornano sempre, quando possono.
Ma quest’anno innanzi al Tannenbaum, l’albero di Natale, il presepe (Krippe), da queste parti non si usa, mi confessano: non andremo a Roma per l’ultimo dell’anno, e probabilmente neanche fino al Capodanno del 2017. Non restano a casa per paura dei terroristi, se ne vanno altrove. Cattolici o luterani hanno paura dei romani, e del Giubileo appena inaugurato. Come durante l’Expo, non vogliono pagare più del solito.
I giornali riportano che alberghi e pensioni, anche quelli gestiti dalle suore, hanno ritoccato i prezzi. Passi per Milano, pure a Francoforte o a Monaco è lecito aumentare le tariffe durante le fiere che, si suppone, tu vuoi visitare. Ma il Giubileo dura un anno, ed è un evento per i fedeli, che si dovrebbero accogliere a braccia aperte. Non depredare. Il pellegrinaggio non riguarda chi, come Woody Allen, ama una Roma da tempo scomparsa, e continua a cercarla. Spinto da un rigurgito di patriottismo, per non criticare Roma, spiego perché resterò tra loro per Weihnachten e Sylvester. Mia madre è scomparsa proprio a Natale due anni fa, i miei fratelli per le feste partono per altri lidi, come mia figlia e mio figlio, e gli amici. In parte è vero, ma non solo. Io non scendo in albergo, perché ho casa mia, per cui ho appena pagato l’Imu, o qualcosa di simile, dieci volte più del mio appartamento tedesco, anche se è grande la metà. Ma dato che sono tra i fortunati che abitano dalle parti di Trastevere, cuore di una movida stracciona, devo prendere l’auto per cercare una pizza non bruciacchiata o semicruda, come piace ai pellegrini, a quanto pare.
Non mi voglio guastare lo spirito natalizio litigando con i taxisti che cercano di sbagliare strada a ogni incrocio. Qualcuno è arrivato a taroccare la guida satellitare, che secondo loro sposta il Colosseo dalle parti di Ostia antica. Vorrei andare al cinema e non vedere il solito panettone natalizio, di cui da italiano esule comincio a non capire più le battute, sempre che ci siano. Vorrei andare a teatro evitando il mio conterraneo Pirandello che conosco a memoria, o una commedia di Shakespeare adattata e tradotta da qualcuno che ignora l’inglese, e ridotta a un terzo della durata originale. O Goldoni recitato in romanesco.
E non ho voglia di litigare con gli amici a tavola, davanti a una porzione scotta di cacio e pepe (come piace ai turisti). Mi chiedono come vanno le cose in Germania, poi mi guardano ironici, e commentano «sei diventato un merkeliano», vittima della sindrome di Stoccolma. E qualcuno mi spiega come è Berlino, dove io vivo da quasi 23 anni. Oppure mi chiedono: «Che cosa pensano di Renzi?» I tedeschi non pensano, cerco di buttare la palla in corner. Loro finalmente sono soddisfatti che anch’io parli male dei crucchi.
A parte il Giubileo, questi sono alcuni dei molti motivi per cui resterò a Berlino. E se pensate che le mie siano malignità, controllare i voli delle compagnie low-cost da qualunque città tedesca verso Roma: sotto Natale i posti sono sempre disponibili, e costano poco. Almeno, fino ad oggi, mentre scrivo.