il Giornale, 11 dicembre 2015
Scooter, risciò, taxi collettivi e la linea U, la navetta di Uber. Tutti i mezzi alternativi per spostarsi a Roma
Roma «Good morning Vietnam», urlava nell’omonimo film un Robin Williams in versione radiofonica. Ecco, ieri devono essersi svegliati più o meno con questo mantra i romani. Perché dall’8 dicembre scorso, giornata simbolica che Papa Francesco ha scelto per l’avvio dell’atteso Giubileo, la Capitale per certi versi assomiglia davvero ad una città vietnamita. Scooter, risciò, taxi collettivi e altri strabilianti mezzi sfrecciano tra le vie della città con su turisti e visitatori più o meno comodamente seduti che si spostano da una parte all’altra. È il mondo del trasporto alternativo, che ruba sempre più spazio a quello pubblico.
Forse era prevedibile: Roma è sempre stata una città difficile sotto il profilo della mobilità, ma con il Giubileo la catena di guasti, scioperi e ritardi è sempre più pesante. E come spesso avviene, a riempire le crepe lasciate del pubblico ci pensa il privato. È in questa prospettiva che si deve leggere l’improvvisa espansione di mezzi di trasporto cittadini che opereranno per i prossimi mesi. Una delle iniziative più sorprendenti è di certo quella della linea U della contestata (dai taxisti) Uber, un esperimento che durerà fino al 24 dicembre e che è stato reso disponibile proprio in concomitanza con l’evento religioso. «U» è la linea metropolitana che Roma non ha mai avuto (e che molti desidererebbero): è infatti paragonabile a una circolare interna che mette in contatto nove punti della città e costa 5 euro a corsa. Il metodo è noto, così come i dibattiti sulla legalità del servizio; fatto sta che da ieri davanti la stazione Termini o a piazza Mazzini stazionano le auto nere targate Uber. Sono le fermate immaginarie, stabilite attraverso un sondaggio tra 50.000 clienti sul sito dell’azienda. Chissà, potrebbero approfittarne i pellegrini che dopo una giornata di preghiera a Città del Vaticano, decidono di cenare a Trastevere. Ma come arrivare nella suggestiva zona a ridosso del lungofiume? I bus sono da sempre un’incognita e negli ultimi tempi lo è diventata anche la metropolitana, tanto che il prefetto Gabrielli ha suggerito il commissarimamento dell’Atac. Ecco che allora entrano in gioco le «U cars». Da Castel Sant’Angelo, una delle nove fermate romane, gli affamati visitatori arriverebbero alla stazione Trastevere in un terzo del tempo che avrebbero impiegato coi mezzi pubblici, nonostante si parli di cinque chilometri scarsi. Quattro chiacchiere con l’autista, discorsi sullo stato della città, sull’ex sindaco e sul Papa, pagamento col Pos e nel frattempo si è arrivati a destinazione.
Ma se si viaggia in solitaria, potrebbe invece far comodo «Scooterino». Smartphone alla mano, basta cercare il guidatore più vicino nell’apposita app, condividere la propria posizione ed ecco catapultarsi sul luogo il proprio motociclista. E tra uno spostamento e l’altro, c’è anche chi preferisce il classico risciò, per godersi un’immagine ancora romantica e vintage dell’antica Roma, immersa tra storia e cristianesimo e di quegli ultimi strascichi di atmosfera da «La Dolce Vita». Ma più che la città eterna degli antichi fasti o del boom economico, oggi Roma ha un sapore levantino, simile a quello che si respira a Calcutta o Saigon, Capitale proiettata in una dimensione quasi orientale tutta fatta di frenesia e caos.