Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 11 Venerdì calendario

Gambero Rosso, Michelin, Espresso: la super classifica dei ristoranti italiani premia Massimo Bottura

La quiete senza tempesta. Ci si attendeva grandi cose dalla presentazione della guida Michelin Italia del 2016, quella che dà le stellette manco fosse l’esercito. Quella che tutti fingono di ignorare e che poi invece tutti il giorno prima gli batte il cuore. Una stella in più o in meno, si dice, può cambiare le sorti di un’insegna e la storia di uno chef. Quest’anno, poi, dopo il coup de theatre dell’Espresso, che ha rotto il tabù della perfezione attribuendo a Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena il massimo punteggio (20 su 20) affibbiandogli il cilicio del non poter più sbagliare nemmeno il lavaggio di un cucchiaino, si è pensato che la Michelin avrebbe ribaltato l’Italia. Tutto deponeva a favore di questa tesi, dal fatto che il caporedattore Sergio Lovrinovich era alla sua vera prima edizione al rinvio di quasi un mese della presentazione, che faceva pregustare chissaché.
E invece.E invece l’edizione 2016 della guida (in vendita da oggi, mentre l’app gratuita era disponibile da ieri), presentata nell’inconsueta location della Mercedes Benz Center di via Daimler all’estrema periferia di Milano, è quella del consolidamento. Confermati tutti gli otto stellati: dal Bottura di cui sopra a Heinz Beck della Pergola dell’hotel Rome Cavalieri, da Niko Romito di Casadonna Reale a Castel di Sangro (lo stellato più meridionale) ai fratelli Cerea di Vittorio a Brusaporto in provincia di Bergamo, da Italo Bassi dell’Enoteca Pinchiorri a Nadia Santini del Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova), da Massimiliano Alajmo delle Calandre di Rubano (Padova) a Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba, nelle Langhe. Nessuno che scende, nessuno che sale nell’empireo. E ancora nessun tristellato a Milano, che si consola con tre bistellati e undici monostella.Qualche novità tra i 38 bistellati invece c’è: la Gourmetstube Einhorn a Mules, in Alto Adige; e Casa Perbellini a Verona, che riconosce il lavoro di uno chef, Giancarlo Perbellini, che da vent’anni ha la stella cucita sul camice. Scende invece da due a una stella combal.zero di Davide Scabin a Rivoli (Torino). Questi invece i 26 nuovi stellati: I Due Buoi (Alessandria), La Tana Gourmet (Asiago), Aqua Crua (Barbarano Vicentino), Bacco (Barletta), Meo Modo (Chiusdino), L’Argine di Vencò (Dolegna del Collio), Signum (Salina), Acquerello (Fagnano Olona), Borgo San Jacopo (Firenze), Marc Lantieri al Castello (Grinzane Cavour), Atman a Villa Rospigliosi (Lamporecchio), Shalai (Linguaglossa), Armani, Seta e Tokuyoshi (Milano), Dolce Vita Stube (Naturno), Vespasia (Norcia), Cielo (Ostuni), Enoteca al Parlamento Achilli (Roma), Re Maurì (Salerno), Don Geppi (Sant’Agnello), Aga (San Vito di Cadore), Alpenroyal Gourmet (Selva di Val Gardena), Osteria Arbustico (Valva), Dopolavoro e Oro Restaurant (Venezia).