La Stampa, 11 dicembre 2015
Il caso Valbuena mette Benzema fuori gioco. La Federcalcio francese lo sospende della Nazionale
Non c’è rosa della Francia senza almeno una spina. La tradizione, ormai pluriennale, è stata rispettata di nuovo. Tutto merito o colpa, a seconda dei punti di vista, di Karim Benzema e della storiaccia del video a luci rosse usato per ricattare Mathieu Valbuena. La Federcalcio francese, invece di osservare passivamente l’evolversi della vicenda, ha deciso di prendere il toro per le corna e optare per un provvedimento senza precedenti come il divieto di convocazione, almeno fino a quando non sarà prosciolto dalle indagini per «complicità in tentato ricatto e partecipazione ad associazione a delinquere», nei confronti del bomber del Real Madrid.
Europei a rischio
Una sanzione frutto della linea interventista sposata dal governo del calcio transalpino e che in questo momento renderebbe Benzema, due giorni fa a segno con una tripletta nella goleada madridista di Champions con il Malmoe (8-0), non eleggibile dal ct Didier Deschamps per i prossimi Europei di casa. «Ho preso questa decisione – spiega il presidente della FFF, Noël Le Graet – perché non potevamo più ignorare la situazione. Karim non è convocabile e, se la sua situazione non si evolve, non lo sarà nemmeno per Euro 2016». La sospensione, maturata in virtù di una carta etica valida da due anni per tutti i nazionali francesi, resterà in vigore fino a nuovo ordine. «Si vedrà – aggiunge Le Graet – se il giudice deciderà che Benzema potrà incontrarsi con Valbuena e se i due giocatori faranno pace». Già, perché, allo stato attuale delle cose, il ricattato e il presunto tramite degli estorsori non possono neanche entrare in contatto.
Tradizione rispettata
La vicenda del «sex tape» di Valbuena, così amplificata dai media da costringere la Federcalcio francese a lavorare per costituirsi come parte civile, è solo l’ultima di una lunga serie decennale che ha avvelenato l’aria intorno ai Bleus. Nell’elenco di fatti e misfatti c’è un po’ di tutto: dalle mancate convocazioni di Giuly per un sms inviato alla compagna del ct Domenech agli insulti della fidanzata di Nasri a Deschamps prima del mondiale brasiliano, passando per le quasi dimissioni di Blanc per delle dichiarazioni sui giocatori di colore. Il momento clou, però, fu toccato prima e durante i disastrosi Mondiali del 2010: lo scandalo della baby escort Zahia (che costò il Sudafrica a Benzema, ma non a Ribery), le offese a Domenech di Anelka, rispedito per direttissima in Francia, e il relativo ammutinamento del gruppo, capitanato da Evra, in mondovisione in segno di solidarietà con l’attaccante. Niente di nuovo, insomma.